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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

L'ora di greco - Han Kang

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 "Hai mai camminato nel crepuscolo mattutino? Quando avanzi un passo dopo l'altro nell'aria gelida e avverti davvero quanto sia caldo e fragile il corpo umano. Quando ogni cosa emana una luce azzurrina che si insinua come un miracolo negli occhi da cui hai appena lavato via il sonno. Il crepuscolo mattutino". Un romanzo di una potenza e di una poesia incredibili! Come la protagonista de "La vegetariana" decide di liberarsi del suo corpo, del suo essere creatura fatta di carne smettendo di nutrirsi, così la protagonista de "L'ora di greco" sceglie il silenzio, un silenzio "freddo e rarefatto, come un'ombra privata del proprio corpo", per difendersi dal mondo. Lei che vive" chiedendosi se avesse diritto di esistere in questo mondo"; che sente come una "corazza di parole che pungevano come spilli la sua pelle nuda", si chiude nel suo silenzio che è "come una mano congelata sotto una lastra di ghiaccio che ave

Ritratto in piedi - Gianna Manzini.

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"Così facile,  dunque,  l'alleanza che i vivi chiedono ai morti? La volta del cielo è talmente capace. E il tempo è nulla. Ma diventa un assedio, una congiura, questo strano e pur naturale concerto di suoni interrotti, di voci strascicate,  di eterne cadenze, di sussurri impediti. E battiti, battiti. Che folla, che ressa, per diradare nebbie intorno a un ricordo". "Ritratto in piedi" mi è piaciuto, molto. Una storia emozionante, appassionante, un viaggio nella vita di una bambina, poi donna e della sua famiglia attraverso ricordi ("frantumate lontananze. Pezzi d'un mosaico. Li salda la mia invocazione; il mio amore"), attraverso immagini, quasi fotografie, attraverso parole, dialoghi, descrizioni di stati d'animo e silenzi, fino a quella descrizione finale del "rimorso" che mi ha lasciato senza fiato. L'Autrice ci parla del padre, Giuseppe Manzini, anarchico convinto, dedito anima e corpo alla causa degli ultimi, amico di Enrico

La ricreazione è finita - Dario Ferrari

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Una lettura avvincente, che dispiace lasciare. Un libro che è tanti libri. Ironico, drammatico, malinconico, divertente e commovente. C'è tanta roba in queste pagine: letteratura, politica, gli anni di piombo, il mondo accademico, la vita in provincia, i giochi di potere, i rapporti familiari, l'amicizia, l'amore. E c'è la difficoltà di crescere, di trovare una collocazione e di credere in un ideale che caratterizza spesso i giovani di oggi. Perché " Se ... nella provincia degli anni Settanta restava almeno una possibilità di fare una tragica pantomima della rivoluzione, per noi, nella provincia a cavallo tra anni Dieci e Venti, pure la pantomima sarebbe troppa grazia". Ma c'è anche tanta poesia.  La poesia della vita, di quelle vite che stanno nel mezzo,  tra i vincenti, i predestinati e i perdenti, gli sprovveduti: "gli incerti, i dubbiosi, chi non sa decidersi o decide solo a metà, chi vorrebbe essere intero ma non ne ha la forza, chi manda tutto a