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La Mammana - Antonella Ossorio

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  "Per pelle aveva un velo da sposa, per occhi due cristalli di rocca e sul capo una lanugine bianca […] Di un bianco abbacinante, e per giunta femmina, era la ventottesima creatura trascinata sulla faccia della Terra per mano di Lucina. Per il resto la neonata appariva normale, anzi perfetta". Perfetta come perfetta può essere ogni diversità. Se, invece di evidenziare con diffidenza e paura ciò che di "sbagliato" c'è nel "diverso" da noi, in chi non rientra nei parametri di "normalità", ci lasciassimo andare a coglierne la bellezza, l'unicità; se ci sforzassimo di guardare oltre il guscio per affacciarci a guardare l'anima di chi ci appare "diverso", quanta meraviglia potremmo trovare! Un libro che è un po' favola e un po' romanzo storico, un po' leggenda e un po' verità, un po' magia e un po' realtà. La scrittura è evocativa, piacevole,  musicale, complice la napoletanità che viene fuori anche s

Memorie di una famiglia di guantai - Antonio Caiafa

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"Il quartiere Sanità era particolarissimo per le nunerose e poliedriche anime che lo abitavano. In silenzio aveva ospitato uno dei più grandi architetti della storia, Ferdinando Sanfelice; in silenzio avevano camminato per via Vergini i tre fratelli De Filippo; in silenzio alla via Cristallini, si era spento il poeta Raffaele Chiurazzi..." E in silenzio si è spenta la tradizione degli artigiani della Sanità: "scarpari", "cazunari" (quest'ultimi inventori della raccolta differenziata) e soprattutto guantai. Tradizione che, in quello stesso silenzio, era fiorita ed aveva prosperato per secoli. "Memorie di una famiglia di guantai" di Antonio Caiafa ci porta nel Rione Sanità degli anni Cinquanta, dove ferveva l'attività di intere famiglie di artigiani specializzati, ciascuno nel suo ruolo, nel suo compito (erano necessari 25 passaggi per produrre un guanto!): "un'arte che si praticava con le mani e per le mani". Un'arte cono

Le palme selvagge - William Faulkner

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Le palme selvagge di William Faulkner è il libro che legge Hirayama, il protagonista del film di Wim Wenders, "Perfect Days", l'uomo che pulisce i bagni di Tokio, che nonostante la piatta e monotona quotidianità di una vita semplice, umile, pesante ogni giorno trova l'entusiasmo ed il piacere di alzare gli occhi al cielo e di sorridere fotografando il komorebi, quella danza della luce che filtra attraverso le foglie degli alberi. L'uomo che ogni sera, alla luce fioca di una lampada, dopo una faticosa giornata di lavoro, non importa quanto stanco sia, legge qualche pagina di un libro, prima di abbandonarsi al sonno ed al riposo; che spende i suoi pochi soldi per comprare libri e  musicassette per ascoltare quella musica che forma la straordinaria colonna sonora del film: Redondo Beach di Patti Smith, The House of the Rising Sun dei The Animals, Perfect Day di Lou Reed,  Feeling Good di Nina Simone... Ed è proprio la bellezza della musica, dei libri, dell'azzurr

La vita materiale - Marguerite Duras

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  "... il libro rappresenta ciò che penso certe volte,  in certi giorni, di certe cose...". Non è  un romanzo, non ne ha la struttura né ha una trama. Sono pensieri sparsi, che descrivono spaccati di vita: una chiacchierata su fatti, luoghi, momenti, persone. Infatti, in realtà, sono estrapolazioni di conversazioni tra l’Autrice e Jérôme Beaujour in seguito trasformate in libro. Rapisce la "scrittura fluttuante" come la definisce l'Autrice stessa " quell'andare e venire fra me e me, fra voi e me in questo nostro tempo". Su cosa vertono queste conversazioni? Ovviamente c’è l’Indocina, il ricordo degli anni della giovinezza, della povertà, della famiglia; ci sono richiami ai libri scritti; le paure, gli amori, gli amici, l'alcolismo, le malattie. Gli incontri, le passioni, il sesso, il senso di vuoto, il caos, il rumore e il silenzio. C'è la vita, la sua vita. Ma quanta profondità, quanto pathos, quanta potenza, quanta poesia, quanta inco

Fuoco grande - Cesare Pavese, Bianca Garufi

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Due voci, due scrittori, due protagonisti, due punti di vista, due modi di sentire, due inquietudini, due tormenti. Tutto a doppio, come in un gioco di specchi. Specchi ingannevoli. Silvia e Giovanni. Giovanni che senza Silvia si sente perduto "non era lei che era sparita [...] chi s'era perduto ero io e non mi vedevo più intorno cose che conoscessi"; la cui vita "era un mondo di Silvie che mi avevano accostato un istante". Silvia: "nata di terra e di sangue"; "cieca in un mondo che vede"; che sa "che non si può innamorare, ma forse con Giovanni, chissà..."; Silvia, "sempre dispersa e sempre sola" L’incomunicabilità tra due mondi, due solitudini, due esseri che, pur se amanti, appaiono irrimediabilmente estranei. Silvia che convive con il suo terribile segreto, disillusa e senza speranze “C’era solo da essere vivi, giorno per giorno come ignorando che tutto era accaduto e persino che cosa era accaduto, perché non ci fosse

Il passeggero - Cormac McCarthy

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Ho letto le prime 100 e più pagine con gran fatica, ma non potevo "mollare": dovevo ritrovare il filo, il fascino, la bellezza che mi avevano rapito in "Stella maris".  Non ho mollato e ne è valsa la pena. "Il passeggero" non è di facile lettura, dispersivo, spezzettato, senza una trama lineare per cui è facile perdersi. Lo stesso titolo pare trarre in inganno. Chi o cosa è "Il passeggero"? Il decimo viaggiatore che manca tra i corpi recuperati in un velivolo sul  fondo delle acque della baia del Mississippi? Oppure tutto ciò di provvisorio, di effimero che c'è nella vita, nel mondo? "Sapeva che alla fine era impossibile sapere. Impossibile afferrare il mondo. Puoi solo descriverlo. Che si tratti di un toro sulla parete di una grotta o di un’equazione differenziale non cambia niente". Bobby Western, il protagonista, è un uomo solitario, in fuga da chi lo bracca e da se stesso, dal suo passato, dalle colpe di suo padre, dal dol

La vegetariana - Han Kang

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Yeong-Hye, novella Dafne, decide di trasformarsi in albero per essere finalmente libera dalla sua carne, dal suo essere "creatura fatta di carne", condizione che rende vittime e carnefici, che causa sofferenza per se stessi e le altre creature. Gli esseri fatti di carne, ossa e sangue uccidono, anche per cibarsi, sono violenti, aggrediscono, distruggono, fanno guerre, godono nel sopraffare, odiano. Le piante no: " Sorella...Tutti gli alberi del mondo sono come fratelli e sorelle ” La violenza, il sopruso, essere assoggettata con la forza, sono cose che Yeong-Hye ha conosciuto molto presto: le ha sperimentate sulla sua pelle per mano del padre, un veterano di guerra, che ha scaricato la sua rabbia e la aggressività su questa figlia, la più piccola, non sul maschio, né sull'altra figlia femmina, In-hye, dall'indole mansueta, accondiscendente, sempre pronta ad aiutare, mediare, ubbidire, soddisfare le aspettative della famiglia e della società. La ribellione-tra

Sette racconti - Gioconda Fappiano

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 "Ma dimmi [...] é possibile provare nostalgia per un mondo che non si è mai conosciuto?". Magico, onirico, immaginifico, sospeso nel tempo e, tuttavia, profondamente calato nel Tempo, nella realtà e nella Storia. Sette racconti che parlano di sentimenti, dai più nobili ai più bassi, di sorrisi e di lacrime, di passioni e desideri, di amori e rancori, di perdoni e vendette, di ricompense e punizioni, di speranza e disperazione. Aggiungono magia le descrizioni sensoriali che l'Autrice ci regala: "Furono i profumi a rendere indimenticabile il suo approdo: quello del mare che, nonostante tutto, sapeva di libertà e quello delle mele che pendevano dagli alberi, pomi succosi e inebrianti che non avrebbe più dimenticato". Anche i paesaggi, le strade, i luoghi hanno in queste pagine anima, vita e sentimenti. Così l'Autrice ci porta in un " paese duro e cattivo, fatto di rocce aguzze e strade in salita" oppure nel "groviglio di vicoli stretti di quel

Stella maris - Cormac McCarthy

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"Il mondo non ha creato alcun essere vivente che non intende distruggere". Leggere "Stella maris" è come entrare in un vortice, come essere risucchiati: non si riesce a venirne fuori. Molto è dovuto al fatto che il romanzo è scritto sotto forma di dialogo: domande e risposte, ma anche scambi di esperienze, di opinioni e di conoscenze tra la protagonista, Alicia Western, affetta da "schizofrenia paranoide, sociopatia deviante, probabile anoressia, con un QI non testabile", ed il suo psichiatra, il Dottor Cohen: ciò conferisce una densità, un ritmo serrato al libro e dà quasi una sensazione di apnea al lettore.  In poco meno di 200 pagine si parla di psichiatria, psicologia, religione, musica, scienza, filosofia, matematica... E di Los Alamos e di Oppenheimer, in quanto il padre di Alicia era tra gli scienziati che avevano lavorato sulla bomba sganciata su Hiroshima.  Vengono menzionati tra i più grandi pensatori, matematici, fisici, filosofi da Euclide e Pl

Circe Il romanzo di Maria Tarnowska - Annie Vivanti

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  "Maria Tarnosvkaja ed io ci guardiamo negli occhi per l'ultima volta: due donne, due animi, due destini che un abisso separa, che un mondo divide ... O non è forse un solo filo della ragnatela del caso, che ci rende dissimili?" Fin dalle prime pagine mi sono chiesta: quanto di Annie c'è nella Maria che ci racconta? E nelle ultime pagine ho trovato queste parole e, in esse, la risposta. In " Circe" è narrata, quasi come una confessione, la storia di Maria Tarnowska che l'Autrice aveva incontrato nel carcere di Trani, dove la donna era rinchiusa per aver istigato, in combutta con uno dei suoi amanti, un altro giovane amante ad uccidere l'uomo che stava per sposare. La Vivanti ci restituisce una Maria molto diversa dalla femme fatale, dalla Circe ammaliatrice e calcolatrice, dalla avventuriera, delinquente ed assassina descritta dalle cronache dell'epoca. La Maria di Annie è una vittima, della sua educazione, della severità e della durezza del