Circe Il romanzo di Maria Tarnowska - Annie Vivanti

 "Maria Tarnosvkaja ed io ci guardiamo negli occhi per l'ultima volta: due donne, due animi, due destini che un abisso separa, che un mondo divide ... O non è forse un solo filo della ragnatela del caso, che ci rende dissimili?"


Fin dalle prime pagine mi sono chiesta: quanto di Annie c'è nella Maria che ci racconta? E nelle ultime pagine ho trovato queste parole e, in esse, la risposta.

In "Circe" è narrata, quasi come una confessione, la storia di Maria Tarnowska che l'Autrice aveva incontrato nel carcere di Trani, dove la donna era rinchiusa per aver istigato, in combutta con uno dei suoi amanti, un altro giovane amante ad uccidere l'uomo che stava per sposare.

La Vivanti ci restituisce una Maria molto diversa dalla femme fatale, dalla Circe ammaliatrice e calcolatrice, dalla avventuriera, delinquente ed assassina descritta dalle cronache dell'epoca.

La Maria di Annie è una vittima, della sua educazione, della severità e della durezza del padre, del suo carattere debole, della vena di pazzia che serpeggia nella sua famiglia, di una società misogina e patriarcale dove all'uomo tutto è concesso e la donna è solo un oggetto.
La Maria di Annie è una Donna.

"《Donna perché piangi?》[...]
Forse [...] Colui che pronunciò queste parole vedeva [ ...] la Vinta di tutti i tempi - la Donna eterna Sconsolata - china sopra la culla, o avvinghiata a un cuore infedele, abbattuta sopra una tomba o prostrata sotto una colpa.
《Donna perché piangi?》Mite e grave la domanda si rivolge ancora a tutte le donne.
E nell'austero rimprovero sfolgora una  promessa".



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