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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

L'acqua del lago non è mai dolce - Giulia Caminito

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Leggendo mi sembrava di guardare un film, un film neorealista, ma al posto delle macerie post-belliche che facevano da sfondo a quel genere cinematografico, troviamo il degrado della periferia di Roma, dove il rischio di calpestare una siringa abbandonata è altissimo, dove blatte e topi sono inquilini frequenti di scantinati adibiti ad abitazioni. Povertà, sporcizia, lavoro nero e precario, infortuni sul lavoro, speranze disilluse, disperato bisogno di riscatto, frustrazione. Cosi cresce Gaia, protagonista e voce narrante della storia. Nella sua vita "Tutto si regge sull'equilibrio di ciò che è pronto a crollare ma con l'ultima radice si aggrappa a un terreno friabile". Le misere entrate economiche non consentono se non lo stretto necessario. "Io non ho giocattoli e ho poche amiche, mi tocca di ogni cosa la sua copia: la bambola cucita con pezzi di stoffa avanzati, la cartella usata da un'altra bambina [...] le scarpe del mercato [...] con la suola già consum

Il ballo delle pazze - Victoria Mas

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Il ballo delle pazze parla di donne, donne che da sempre lottano per la libertà, la autodeterminazione, l'affermazione dei propri diritti; sempre vittime, dei luoghi comuni, della finta morale, degli schematismi, dei ruoli, decisi da una società patriarcale e costruita da e per i maschi. La storia è ambientata a Parigi, alla fine dell'Ottocento, nell'ospedale Salpêtrière, un manicomio femminile. "La Salpétrière è un deposito per tutte quelle che disturbano l'ordine costituito,un manicomio per tutte quelle la cui sensibilità non corrisponde alle aspettative, una prigione per donne colpevoli di avere un'opinione". Ci sono donne di ogni età ed estrazione sociale, molto spesso internate senza alcun motivo, condannate alla alienazione, alla solitudine, alla prigionia, ripudiate e dimenticate dalle famiglie, il più delle volte per sempre. "...donne che è sacrosanto tenere a distanza, anche se non si sa bene perché, visto che non hanno arrecato offesa o comm

Due vite - Emanuele Trevi

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"Noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. E quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo, e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno." Sembra impossibile che in 120 pagine ci possa essere tanto. Un racconto denso di sentimenti, ricordi, riflessioni. E tanti riferimenti a quadri, musica e letteratura che rendono ancora più preziosa la storia. Un racconto di ricordi e mancanze. Un omaggio a due amici, a due scrittori, ad una donna ed un uomo che non ci sono più. Ma che ci sono stati, con le loro vite così piene, pregne di verità, di bellezza e bruttezza, nobiltà e miseria, profondità e superficialità, con i loro limiti e la loro grandezza. "...mentre scrivo, mi sembra di procedere in mezzo

Un pappagallo volò sull'Ijsel - Kader Abdolah

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 Uno struggente, poetico e un po' sognante tributo di gratitudine all'Olanda ed a ogni terra che accoglie chi fugge da guerre, persecuzioni, terrore, miseria. Senza retorica, pietismo, né rabbia, né buonismo Kader Abdolah (profugo egli stesso) racconta l’immigrazione, dai primi profughi che, inizialmente in maniera sporadica, poi sempre più cospicua, arrivano in Europa fino all'11 settembre e, di pari passo, descrive come l'iniziale curiosità e simpatia di chi accoglie si trasforma in fastidio, sospetto, paura, fino all'intolleranza, complici anche gli atti terroristici. "La maggior parte non aveva mai visto un rifugiato in vita sua. La loro conoscenza dei migranti consisteva nelle informazioni dei media. La prima cosa che veniva loro in mente erano parole come islam, musulmani e chador. Erano questioni di cui non sapevano niente...". La narrazione è particolare, sembra una favola, il tempo è lento, ma fluido. Racconta la vita di una comunità di immigrati

L'ottava vita - Nino Haratischwili Recensione

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  L'ottava vita è un viaggio nel tempo, in tanti paesi, un viaggio nella storia; è un viaggio nella vita, attraverso quelle dei protagonisti, attraverso le storie di quelle sette vite raccontate prima da Stasia ("che sfida il tempo in modo singolare e ostinato, mostrandogli la lingua") nata nel 1900, alla nipote Niza, nata nel 1973, e poi da Niza a sua nipote Brilka, nata nel 1993, a cui spetterà scrivere l'ottava.  "Tutti quei luoghi, quelle città, quelle case, quelle persone - sono una parte di me. La rivoluzione come la guerra, i morti come i vivi. Tutte queste vite, queste persone, tutti questi luoghi sono così impressi nella mia mente, sono così presenti che ho cominciato a vivere con loro". Perché è necessario attraversare le cose per lasciarsele alle spalle. È necessario riconciliarsi col passato per poter vivere il presente e guardare al futuro. È necessario perdonare e perdonarsi per poter ricominciare a sperare, per poter rinascere.  È la storia