Un pappagallo volò sull'Ijsel - Kader Abdolah

 Uno struggente, poetico e un po' sognante tributo di gratitudine all'Olanda ed a ogni terra che accoglie chi fugge da guerre, persecuzioni, terrore, miseria.

Senza retorica, pietismo, né rabbia, né buonismo Kader Abdolah (profugo egli stesso) racconta l’immigrazione, dai primi profughi che, inizialmente in maniera sporadica, poi sempre più cospicua, arrivano in Europa fino all'11 settembre e, di pari passo, descrive come l'iniziale curiosità e simpatia di chi accoglie si trasforma in fastidio, sospetto, paura, fino all'intolleranza, complici anche gli atti terroristici.

"La maggior parte non aveva mai visto un rifugiato in vita sua. La loro conoscenza dei migranti consisteva nelle informazioni dei media. La prima cosa che veniva loro in mente erano parole come islam, musulmani e chador. Erano questioni di cui non sapevano niente...".

La narrazione è particolare, sembra una favola, il tempo è lento, ma fluido.

Racconta la vita di una comunità di immigrati, il cui numero aumenta, un po' alla volta, dal loro primo arrivo. Racconta le difficoltà dell'integrazione, il lento processo di adattamento alla lingua, al clima, alle nuove abitudini e regole e racconta come anche la comunità ospitante si trova a doversi adattare alla nuova situazione.

Testimoni di queste trasformazioni in primo luogo la natura, soprattutto il fiume Ijsel alle cui acque i profughi sussurrano i loro sogni, le speranze, i desideri e le paure, ma anche gli animali, specialmente un pappagallo che osserva le vicende umane, i dolori, gli amori, le nascite, i lutti, la realizzazione di sogni e le cocenti delusioni di tutti: olandesi, siriani, turchi, iraniani, afghani, iracheni. Tutti diversi, ma tutti uguali.

Tante le storie, tanti i personaggi. Quelli che ospitano e tendono una mano, quelli che voltano la testa dall'altra parte o respingono e tanti i profughi: alcuni ce la fanno, si integrano, arrivano a ricoprire ruoli importanti, altri aspettano solo il tempo che passa, incapaci di aprirsi alla nuova vita. E soprattutto tante donne, ognuna con la sua storia ed il suo modo di affrontare la vita e di confrontarsi col nuovo mondo, tra tradizioni dei paesi di provenienza e nuove opportunità.

Un inno di speranza e fiducia perché, come scriveva un poeta persiano "Finché splende il sole, la terra ruota e la luna si leva, può accadere di tutto e non devi stupirti di niente", e come grida il pappagallo alla fine "Aaaaanchequeeestopasseeeeeràaaa", come passa ogni cosa, come passano i giorni brutti e i belli, come passa la vita, come scorre l'acqua del fiume.



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