L'ottava vita - Nino Haratischwili Recensione
L'ottava vita è un viaggio nel tempo, in tanti paesi, un viaggio nella storia; è un viaggio nella vita, attraverso quelle dei protagonisti, attraverso le storie di quelle sette vite raccontate prima da Stasia ("che sfida il tempo in modo singolare e ostinato, mostrandogli la lingua") nata nel 1900, alla nipote Niza, nata nel 1973, e poi da Niza a sua nipote Brilka, nata nel 1993, a cui spetterà scrivere l'ottava.
"Tutti quei luoghi, quelle città, quelle case, quelle persone - sono una parte di me. La rivoluzione come la guerra, i morti come i vivi. Tutte queste vite, queste persone, tutti questi luoghi sono così impressi nella mia mente, sono così presenti che ho cominciato a vivere con loro". Perché è necessario attraversare le cose per lasciarsele alle spalle. È necessario riconciliarsi col passato per poter vivere il presente e guardare al futuro. È necessario perdonare e perdonarsi per poter ricominciare a sperare, per poter rinascere.
È la storia della famiglia Jashi, dall'inizio del novecento fino ai primi anni del 2000; è la storia della Georgia, dell'URSS dagli zar fino ai nostri giorni; è la storia di un secolo, "un secolo che ha ingannato e raggirato tutti, tutti quelli che speravano", che ha visto due guerre mondiali, l'orrore dell'Olocausto, i gulag, i campi di lavoro e tanto altro; un secolo che ha visto nascere e morire idee; un secolo che ha visto nascere dittature e cercare libertà; un secolo ricco di arte, di grande letteratura, di musica, cinema; un secolo di grandi scoperte.
Ed è la storia di tre generazioni di donne, ciascuna col proprio temperamento, ciascuna col suo tragico destino, con la sua solitudine, con i suoi silenzi, con la sua forza, la dignità, il coraggio, la capacità di resistere e di non rassegnarsi.
"...mi hai chiesto dove si conserva l'infanzia, e ricordo ancora che io ti ho risposto che la si tiene nascosta tra le costole, tra i nei e le altre piccole imperfezioni della pelle, alla radice dei capelli, sopra il cuore, nelle orecchie, nel sorriso".
Una buona scrittura, un ritmo serrato, tanti riferimenti storici, piacevoli richiami alla letteratura ed alla musica; i personaggi sono tanti, ma tutti ben delineati, restano tutti impressi, anche i personaggi minori. Forse qualche pagina poteva essere eliminata, ma nel complesso un bel romanzo.
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