Addio fantasmi - Nadia Terranova

 "[....le ossessioni]. Le usiamo per tenere la crepa aperta e ci raccontiamo che la memoria è importante, che noi soltanto ne siamo i guardiani. Teniamo la ferita larga perché ci stiano dentro i nostri mali, i nostri timori, stiamo attenti che sia profonda abbastanza da contenere il nostro dolore, guai a lasciarlo vagare". Può capitare che la sofferenza divenga un rifugio, una giustificazione per non vivere, per non mettersi in gioco, per non dare, per rinchiudersi in se stessi, un alibi per non rischiare di soffrire ancora. Può capitare che un dolore conduca a sentirsi per sempre vittime, a non vedere il dolore degli altri o a sminuirlo rispetto al proprio. Può capitare che il dolore faccia sentire superiori rispetto a chi quel dolore non ha provato; che resti lì, immobile, e immobilizzi chi lo prova. Ma "ciò che non si trasforma non è reale", quindi si finisce col vivere una vita finta. E quanto più tempo si trascorre in questa convinzione, più coraggio necessita per venirne fuori, per dire addio a fantasmi che hanno occupato ogni momento, ogni pensiero, ogni bivio, ogni vuoto. Nadia Terranova ha una buona penna, lieve e potente al tempo stesso: ci fa sentire i profumi ed i suoni della Sicilia, ci fa vedere i colori del tramonto, ci fa sognare la magia de "la luce di Scilla e le ombre di Cariddi"; ci fa sentire il caldo soffocante dei pomeriggi messinesi in estate, l'odore dell'umidità delle pareti di una vecchia casa. E ci fa sentire l'angoscia e l'impotenza di chi vive l'abbandono. "La vita è ein Augenblick, un battito di ciglia: passiamo l'esistenza a sbattere ciglia e poi un battito, uno solo fra i tanti, cambia direzione e scompiglia ciò che siamo."



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