La Vera Storia di Martia Basile - Maurizio Ponticello

 Sono ancora emozionata, commossa. Non è facile lasciare questo libro.

Staccarsi da Martia è difficile; tornare qui ai giorni attuali, lasciare Napoli degli inizi del '600, con i suoi vichi, i suoi odori e i miasmi, l'ombra del Vesuvio che rassicura e terrorizza, le luci e le ombre, le contraddizioni, gli intrighi, la miseria del popolo e lo sfarzo dei signori, le tradizioni, le supersistioni, è quasi impossibile.

C'è una parte del lettore che resta lì.

Ponticello riesce a portare il lettore indietro nei secoli, in una Napoli di cui i più poco sanno, ma che lui ama e studia con grande passione. E leggendo, si sente anche tutto l'amore dell'autore per Martia Basile. La scrittura è potente, evocativa e l'uso del dialetto dell'epoca (sapientemente addolcito e reso comprensibile a tutti dall'autore) aggiunge melodia al racconto.

Storia e leggenda, fede e superstizione,  magia ed orrore, realtà ed illusione si fondono nella storia di Martia.

Martia che conosciamo bambina, quando a soli dodici anni viene data in sposa a don Muzio, essere violento, volgare e misogino.

Martia che vediamo crescere in "corpo,anima e spirito" e diventare Donna, bellissima, un meraviglioso intreccio di istinto, passione, intuito, orgoglio, determinazione, dolcezza, fermezza, tenerezza, forza, debolezza, magia.

Un'esistenza di tormenti, dolori, umiliazioni, vessazioni e tradimenti di ogni tipo; un fugace e breve incontro con l'amore, che non si rivelerà incondizionato, due figlie, femmine, intollerabili per il marito, un amico fidato, segretamente innamorato, alcune "sorelle " con cui potersi confidare....

Impossibile non volerle bene.

La porterò con me, insieme al suo cantore, Giovanni della Carretola.

Grazie a Maurizio Ponticello che me l'ha fatta conoscere e grazie anche perché con le sue parole denuncia quanto, da sempre ed ancora oggi, le donne sono costrette a subire.

Incontriamo tutti i giorni una Martia, vittima

di violenze e soprusi di ogni tipo. Martia vive in ognuna di loro e in ogni donna  che si rifiuta di accettarlo e si ribella .

"Il ricordo dei maltrattamenti e degli stupri, la memoria del corpo violato, degli orrori e degli abusi patiti lottavano perché lei osasse infrangere i precetti in cui era stata ingabbiata, quelle norme convenzionali che obbligavano tutte le figlie di Eva peccatrice - una sorta di maschi amputati e mal riusciti, errori velenosi di natura contro i quali nessun farmaco può-  a soggiacere".


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