La ragazza di Bube - Carlo Cassola

 "…Ma cosa credono di aver fatto mettendo in galera Bube e Ivan? Giustizia forse? No, hanno fatto dell'altro male: a Bube, a Ivan, alle loro famiglie; e a me… Tutto quello che ci hanno fatto soffrire, che ci faranno soffrire ancora, è servito forse a rimediare qualcosa? Io glielo vorrei proprio domandare, ai giudici: facendo soffrire noi avete forse alleviato il dolore di qualche altro?" 

 Stile sobrio e scorrevole, dialoghi vivi e descrizioni del paesaggio molto belle, un romanzo che narra uno spaccato di quelle pagine di storia confusa e convulsa che furono gli anni del dopoguerra, quando non era più chiaro chi fossero i nemici, di chi potersi fidare; degli eccessi perpetrati da chi, per anni, era stato oppresso, braccato nella paura e nella clandestinità. Gli anni della lotta partigiana, delle lotte del socialismo e del comunismo contro quanto restava del retaggio di anni di fascismo. Anni di grandi speranze e di tristi delusioni.

In questo contesto vive Mara, la ragazza del partigiano fuggiasco Bube. Mara che conosciamo nelle prime pagine come una sedicenne libera, capricciosa, indipendente, un po' egoista, che poco e male sopporta le costrizioni e le convenzioni :"Ciò che Mara non poteva sopportare, era che il fidanzato costituisse un nuovo obbligo". 

Mara che vuole vivere, apparire diversa dai compaesani; che, come tutte le ragazze, è innamorata dell'amore. Conosce Bube, amico del fratello ucciso dai tedeschi, un giovane partigiano, timido ma allo stesso tempo arrogante, con l'aria indifesa e la pistola in tasca e, quasi per gioco, quasi senza possibilità di scelta, si trova a fidanzarsi con lui. Ma ben presto il sogno della favola d'amore che aveva immaginato si infrange. E man mano che si sfogliano le pagine, Mara cresce in età, ma sopratutto nella consapevolezza di sé e di ciò che la circonda, nella capacità di comprendere gli altri, il mondo, la vita. 

"Le piccole vanità di un tempo, i battibecchi con la cugina, i chiacchiericci con le amiche, la facevano sorridere di commiserazione, quando ci pensava. Ora si sentiva superiore a queste cose. Era infelice, addirittura disperata; ma non avrebbe più voluto tornare a essere la stupida ragazzetta di un tempo". 

Acquisisce un pensiero sempre più lucido, libero, capace di comprendere ciò che ai più sfugge; prende coscienza che la vita è dura, spesso ingiusta, è sacrificio, rinuncia, lotta, contraddizione e che sempre, in ogni cosa è necessario prendere posizione. E Mara fa la sua scelta di campo e di vita, prende posizione con nettezza e determinazione. "Improvvisamente ritrovò in sé quella forza... Non avrebbe saputo darle un nome, ma sapeva che era irresistibile, che spazzava via ogni timore, ogni esitazione; che la rendeva calma e sicura di sé e indifferente ad ogni cosa che non fosse l'adempimento del suo dovere".


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