La strada del ritorno è sempre più corta - V. Farinaccio

 "Che nessuno ci si incaponisce mai, sulla facilità. Pure se è la sola cosa che nella vita sempre ci manca; la sola parola che se leggi di fretta finisce che ti sbagli e che la scambi per felicità."

 Bello, bello, bello.... Poetico, intenso, emozionante, ironico, profondo, doloroso, vivo. Insomma: bello. Ho già detto che Valentina Farinaccio scrive bene: le parole le sceglie con cura; ti portano nei luoghi descritti, ti fanno sentire odori, sapori, suoni, e, soprattutto, ti comunicano sensazioni profonde. C'è ritmo nella sua scrittura,c'è musica, c'è poesia. C'e l'incanto ed il disincanto della vita. "Cercherei di riconoscerla la felicità, se me ne fosse data l'occasione. Cercherei di incorniciarla. Ma la felicità è fatta apposta per essere sgualcita. [.....] E oggi sono arrabbiata perché non l'ho guardata meglio, non l'ho memorizzata abbastanza, non l'ho messa al sicuro". 

 La strada del ritorno è sempre più corta racconta le vicende di una famiglia “disciplinatamente smembrata”; la storia di tre donne che devono fare i conti col dolore per la perdita dell'uomo che amano, ognuna di un amore diverso in quanto sono la mamma, la moglie e la figlia. E che, di fronte al dolore, scelgono il silenzio. "Perché parlare, parlare veramente di chi se n’è andato, alle volte fa male. E tra tutti i dolori possibili tutti scelgono, chissà perché, sempre il più silenzioso". Le vedi Vera, Lia e Santa, senti il loro dolore, il loro modo di conviverci, la loro incapacità di superarlo. La loro paura "di entrare con tutto il corpo nella sofferenza, che è l'unico modo che c'è per attraversarlo, il dolore, e uscire salvi e interi, dall'altra parte". 

Ci sono poi altre storie ed altre vite che si intrecciano e si affacciano alla storia ed alle vite dei protagonisti, tutte intense e lievi, forti e delicate, tremende e dolci come sa essere la vita. 

 Ho letto il primo libro di Valentina, "Le poche cose certe" (che poi è il secondo che ha scritto), prima di conoscerla, di incrociare quegli occhi grandi e profondi che ti guardano, ti vedono, in fondo ai quali leggi, anche dietro al sorriso più aperto e sincero, un fondo di malinconia. L'ho letto prima di vedere la sua grafia tonda, con le lettere grandi, che stanno sul foglio come un volo di farfalle, una grafia aperta, che ti accoglie e ti abbraccia. E già leggendo il primo romanzo ho pensato: "caspita scrive bene questa ragazza, bisognerà tenerla d'occhio, seguirla!". E così ho letto il secondo libro, "La strada del ritorno è sempre più corta", (che poi è il suo primo romanzo). E questo l'ho letto dopo averla conosciuta: Valentina è una bella persona, una che si dona ai suoi lettori, che si svela, che non si nasconde. Una di quelle persone con le quali parli dal primo momento come se le conoscessi da tanto. E nei suoi libri, indipendentemente dalla storia che racconta, lei c'è.

 "Il cuore, quando impara un poco di leggerezza, si toglie di dosso il dolore, sia quello che infligge, sia quello che prova. E allora vi sentirete nuovi, ve lo prometto.".



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