Le poche cose certe - V. Farinaccio
Scrive bene Valentina Farinaccio. Una scrittura pulita, asciutta, cristallina, fresca, ma allo stesso tempo poetica, intensa, evocativa, profonda e toccante. Parole belle, scelte con cura, che tuttavia scorrono via leggere, senza apparire ricercate. Periodi brevi ed una punteggiatura che dà e toglie il fiato.
"Atlantide annegò. Accadde quando i suoi abitanti trasformarono la quiete in guerra e la bellezza in orrore....".
"L'uomo l'ha sognata e l'ha anche fatta scomparire" diceva Aristotele...."
In ogni vita c'è stata un Atlantide, qualcosa di bello, forte, intenso che ci ha sfiorato e la paura di averlo o di perderlo dopo averlo avuto, ci blocca, ci annienta, ci terrorizza fino a farla scomparire, perché siamo impreparati "a quel mucchio imprevisto di bellezza, di felicità, di futuro" e rinunciamo.
"È la paura, sempre quella. La taglia in due, la apre e ci guarda dentro, o almeno così gli pare. Ci trova la solita ossessione, quella di non essere pronto. Di non sapere stare al mondo. Di non essere mai diventato grande".
Una storia che racconta una vita scandita da dubbi, paure, incertezze, da vorrei ma non posso, da potrei ma non voglio, da ce la faccio e non ce la farò mai, da tutte quelle elucubrazioni che portano a vivere come "un divano rimasto con la plastica addosso [.....] che certe vite, poi, invecchiano così, senza mai essere state usate".
Davvero un bel libro. Lo chiudo con una serie di propositi:
-rileggere L'isola di Arturo;
- leggere Il mestiere di vivere di Pavese;
-andare a Procida;
-ascoltare Anna e Marco di Lucio Dalla;
-compilare l'elenco, lungo, delle mie paure;
-compilare l'elenco, corto, delle mie poche cose certe;
-riprendere a sognare Atlantide senza però farla scomparire;
-sorridere....
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