L'onore perduto di Katharina Blum - Heinrich Böll

 Böll è un genio. Arguto, ironico, ma al tempo stesso poetico porta per mano il lettore in un romanzo che inizia dalla fine e, in poco più di cento pagine, spiega le circostanze che a quella fine hanno portato. Splendida la definizione della sua narrazione: un'operazione di "drenaggio o di prosciugamento" con inevitabili "dislivelli e conseguenti pareggi di livello, e, in cambio, arresti e ristagni, insabbiamento, confluenze fallite, fonti che «non riescono a mescolare le loro acque», e poi correnti sotterranee ecc.ecc". Le parole sono protagoniste di questo breve romanzo, le parole, la loro potenza, il loro potere, le parole e l'uso che se ne fa; le parole con tutto il loro carico di significato, che cambia se usate con lealtà o con inganno; le parole con tutto ciò che sono in grado di creare e distruggere. Da un lato troviamo l'uso onesto, limpido della parola di K. B. che ricerca con attenzione quella che esprima in maniera quanto più precisa e corretta un concetto, ricerca che viene definita la "fastidiosa sensibilità linguistica della Blum", che durante gli interrogatori giunge a " vere e proprie controversie linguistiche" con i procuratori perché, ad esempio, scherzare e molestare non hanno lo stesso significato, in quanto "scherzare è un atto bilaterale, molestare invece un atto unilaterale". (Leggendo mi è venuto in mente Moretti: "Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!")' Dall'altro lato l'uso spregevole, utilitaristico, approssimativo e rozzo, fino alla «manomissione» vera e propria ed attraverso esse, la manomissione della realtà, operata dai rappresentanti di un giornalismo odioso, portato al sensazionalismo, becero e volgare, troppo spesso in malafede, che, con il semplice atto di sostituire alcuni sostantivi, aggettivi o verbi nelle varie deposizioni, costruiscono una Katharina Blum completamente diversa da quella che realmente è. Ovviamente dietro un certo tipo di giornalismo c'è una curiosità morbosa, malata, inspiegabile che spinge la gente a seguirlo.... Lo stile, che ricorda molto quello adoperato in Foto di gruppo con signora, è quello dell'inchiesta. E, a ben vedere, Katharina e Leni, hanno molti tratti in comune. La sincera affidabilità, la disarmante semplicità, la precisione, l'onestà, la purezza di K., la sua "calda freddezza" insieme alla sua tremenda solitudine che la porta nei tristi e vuoti pomeriggi invernali, specialmente quando piove, a mettersi in macchina e guidare per chilometri per non soccombere, il suo sentimento quasi da bambina nei confronti di Ludwig, fino a quel suo andare "vagando per la città in cerca di rimorsi" senza trovarne, mi hanno conquistato. Inoltre, come sempre accade nei libri di Böll, troviamo uno spaccato della società e della storia della Germania. Un libro che fa indignare, sorridere, riflettere, commuovere.



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