L'animale morente - Philip Roth

 "L'unica ossessione che vogliono tutti: l'amore. Cosa crede la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l'amore ti spezza. Tu sei intero e poi ti apri in due..." Scrittura di una forza prorompente, a tratti brutale, palpitante, come il sesso vissuto dai protagonisti. Come sempre accade nei libri di Roth, ci sono riferimenti alla storia americana, alla religione, alla rivoluzione culturale e di costumi degli anni sessanta. C'è la volontà di demolire, a suon di immagini forti, di sesso, di amplessi e idee pruriginose, di descrizioni crude dei difficili rapporti familiari, la società americana bigotta e troglodita, la morale borghese, il pensare comune, piatto e privo di vita. C' è un uomo non più giovane messo a nudo, con il suo coraggio e la sua viltà, i suoi desideri, le ossessioni, le paure, la malinconia, l'insoddisfazione. Un uomo che vive con terrore, come spesso accade nei libri di Roth, il tempo che gli passa addosso, ineluttabile, portando via giovinezza, vigore, entusiasmo. "Il passare del tempo. Ci siamo dentro, affondiamo nel tempo, fino al giorno in cui anneghiamo e ce ne andiamo." Un uomo eternamente sospeso tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere, un istrione, a tratti cinico a tratti comico, a tratti drammatico che vuole vendicarsi della vita, delle delusioni, delle sconfitte, ma soprattutto della propria essenza effimera, del suo essere perituro ed imperfetto. E lo fa attraverso la ricerca del piacere, attraverso il culto della bellezza e del desiderio "....la reazione estetica alla bellezza viva cos'è, ragazzi? Chi lo sa alzi la mano. Il desiderio...." Il sesso esplicito, esasperato, descritto con crudezza, è un mezzo per sfuggire, per non pensare alla vecchiaia e alla morte. Un uomo che si innamora fino all'ossessione di una giovane donna, che di quella donna vuole possedere tutto, passato e presente, corpo e mente, ricordi e desideri, fino al mistero della sua stessa essenza di donna, la possibilità di concepire. E che assapora per la prima volta nella vita "la pornografia della gelosia". Consuela, giovanissima, Consuela che con la sua "aggressiva docilità", gli concede tutto, lo segue in tutto, ma nonostante questo o forse proprio per questo, lui non sente di possedere. Consuela per la quale lui ha "violato la legge della distanza estetica" di cui, in parole povere, si è innamorato, lui, il professore di desiderio, che all'amore aveva guardato sempre con cinismo. Il professore non è ossessionato dalla donna in sé, ma dalla suo essere giovane, dalle forme del suo corpo perfetto, dalla perfezione fisica e biologica che le consente di procreare, dalla vita che lei ha ancora davanti a sé, quella vita che lui, invece, ha ormai alle spalle. "Senti l'ampiezza del suo futuro illimitato contrapposto al tuo futuro limitato, senti....l'intensità di ogni ultima grazia perduta". Interessanti i riferimenti a Thomas Morton ed alla comunità di Marry Mounth. Intense le pagine dedicate al tormentato rapporto tra il protagonista ed il figlio, che lo odia, ma in fondo vorrebbe avere il coraggio di essere, almeno in qualcosa, simile al padre. Meravigliosi i riferimenti alla musica ed alla possibilità che, suonando un'opera di Mozart, Haydn, Beethoven, in un certo senso si riesca ad entrare nella loro testa, nel loro genio. E poi il finale, a sorpresa......

 "Ma il presente non è il passato, e il presente non sarà mai calmo, mai pacifico".



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