Altai - Wu Ming

 Come al solito, chiudere un libro dei Wu Ming mi mette tanta malinconia: non vorrei separatamente.... Ho amato Q talmente tanto che l'ho letto tre volte, e sempre mi ha dato sensazioni ed emozioni come la prima volta. Perciò, pur avendolo in libreria da anni, ho aspettato tanto per leggere Altai....avevo timore di rimanere delusa. Non mi ha deluso, tutt'altro! È un ottimo romanzo, godibile in ogni sua parte, con uno stile perfetto, una ambientazione storica fedele, come sempre con Wu Ming. C'è tutto, azione sentimento, guerra amore, amicizia. Impossibile non perdersi nelle strade, nei colori, gli odori, le voci, i suoni, i dialetti di Venezia, Ragusa, Famagosta e Costantinopoli. I personaggi sono descritti in maniera mirabile e si ha la sensazione di conoscerli, di sentirli parlare e addirittura di seguirne il corso dei pensieri... E, lo confesso, quando il vecchio Gert (protagonista di Q) ha fatto la sua comparsa, ho avvertito un tuffo al cuore: mi sono emozionata come se mi fossi trovata davanti un vecchio, caro amico di cui avevo perso le tracce e che temevo che non avrei più rivisto....emozioni che solo Wu Ming sanno dare. "Molti credono che il Signore disperse le lingue degli uomini per pulirli, ma è il contrario. Egli vide che l' uniformità li rendeva superbi, dediti a imprese tanto eccessive quanto inutili. Allora si rese conto che l'umanità aveva bisogno di un correttivo e ci fece dono delle differenze".



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