Foto di gruppo con signora - Heinrich Böll

 La storia di una donna, narrata a più voci da parenti, amici e conoscenti intervistati dall'Autore (A.), "il cui intento era di ricomporre, magari in modo frammentario, ma il meno frammentario possibile, la vita di lei". 

Una "biografia ipotetica", costellata da tanti dubbi espressi dall'Autore stesso e da tanti "chissà se...", come ogni vita.

Non è facile ricordare tutti i "testimoni" della vita di Leni, anche perché, da un certo punto in poi, l'A.(Autore) sadicamente (?) comincia a menzionarli solo con la lettera iniziale puntata, costringendo il lettore a ripercorrere le pagine già lette.

Il romanzo parte in sordina, inizialmente lento, un po' monotono, ma l'interesse ed il piacere della lettura aumentano progressivamente.

È la storia di Leni, ma anche quella della Germania negli ultimi mesi guerra, la Germania degli sconfitti, delle vittime, di tanti giovani mandati a morire.

"Richiesta come mai, in questo contesto, le venisse in mente la parola spreco, Margret rispose alla lettera «Mi dica lei, tutta quell'istruzione, tutta quella bellezza, tutta quella forza virile e appena vent'anni e quante, quante altre volte ci saremmo ancora amati e potuti amare [...] tutto così senza senso, io lo chiamo spreco»".

E poi l'immediato dopoguerra, quando, nonostante l'euforia, nessuno sapeva di chi si potesse fidare.

Böll ci racconta un pezzo di storia in modo umoristico, ironico, canzonarorio, feroce, spietato, disincantato.

La figura di Leni, che "esiste eppure non esiste. Non esiste eppure esiste", prende forma pian piano e con lei impariamo a conoscere i testimoni della sua vita che l'A. non manca di descrivere dettagliatamente.

Non di facile lettura, ma molto, molto bello.



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