La nuova vita - Orhan Pamuk
"Un giorno lessi un libro e tutta la mia vita cambiò".
L'incipit mi aveva conquistata, ma ho faticato non poco a portarlo a termine, e, ne sono certa, non ne ho colto a pieno il senso. Lo stile è quello raffinato e sofisticato di Pamuk, ma non ho trovato il fascino e la magia de Il mio nome è rosso o de La casa del silenzio. Molto più crudo, ermetico, filosofico. Osman, un giovane studente universitario, legge un libro che gli cambia l'esistenza perché fa esplodere in lui, come in tutti i giovani che lo leggono, il suo male di vivere, e lo spinge ad intraprendere un viaggio alla ricerca dell'oblio, del luogo in cui si possa vivere la “nuova vita”, una vita quasi angelica, senza tempo e senza spazio, una vita dove lo spirito sconfigge la materia. Viaggia con Canan, una giovane ragazza che egli ama, non corrisposto: lei ama un altro. Viaggiano insieme, cambiando pullman ogni notte, lui in cerca della “nuova vita”, lei del suo uomo, Mehmet, partito anch'egli alla ricerca della nuova vita, spinto dalla lettura del libro. Incontrano innumerevoli ostacoli, pericoli, vedranno morire tanta gente e sopravviveranno a terribili incidenti, in una sorta di tempo circolare, in un ciclico ed angosciante ripetersi di fatti, luoghi e persone. Osman, nella speranza di liberarsi del suo rivale in amore, ma anche in preda al rancore in quanto Mehmet, nel suo viaggio, ha trovato la sua pace interiore, lo uccide, aumentando così il vuoto e l'angoscia che regnano dentro di lui. Perde la sua amata e un po' alla volta riprende la sua vita, ma il libro resta sempre nei suoi pensieri, finché un giorno gli pare di essere vicino a dipanare il suo mistero. E allora riprende a viaggiare, consapevole, ormai, che l'unico modo per trovare una nuova vita è morire. Il suo viaggio terminerà con la morte, in un ennesimo incidente di pullman.
"Che cos'è il tempo? Un incidente! Che cos'è la vita? Un tempo! Che cos'è l'incidente? Una vita, una nuova vita!"
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