Le regole degli amanti - Yari Selvetella

 È la prima volta che non riesco a scrivere le mie emozioni su una lettura appena chiuso il libro. Ero senza parole. L'immagine di Iole e Sandro che si allontanano circondati da quella aura di complicità,  di vita vera o di sogno, mi ha lasciato senza fiato. Che libro! Che storia! Che scrittura! E che capacità dell'autore di portare il lettore nella mente, nell'animo,  nel pensiero più profondo dei personaggi! Mi sono emozionata, commossa, stupita, indignata,  arrabbiata e sì,  lo dico, scandalizzata.  Non ci sono veli, non ci sono sconti, non c'è ipocrisia né giudizio in questa storia. Ci sono un uomo e una donna, così come sono, con pregi difetti, vizi e virtù,  piccolezze e magnanimità. Iole che riserva un "evidente entusiasmo alle cose del mondo. È giovane,  ma già da l'impressione di desiderare una rivincita sulla vita. Il tempo è poco, non c'è tempo da perdere. Il tempo di vivere è ora". E Sandro che "era pieno di doppifondi e amava scivolare da un pavimento all'altro della propria personalità senza rendersi conto delle connessioni che univano i diversi piani e da questi fraintendimenti. ....si rendeva protagonista di più di un equivoco". 

Due amanti: che parola amanti. "Una sola parola, senza distinzione di generi, come vale per gli angeli. Siamo noi il progetto e  l'opera,  siamo noi la vittoria e  la sconfitta,  la prova, la conseguenza e il limite". Due amanti che riescono a vivere  una doppia vita: da una parte la famiglia,  i figli, il lavoro, il dovere,  i progetti,  i traguardi, dall'altra la loro storia, tra incontri,  viaggi e periodi anche lunghi di pausa, perché preferiscono la qualità alla quantità e quando si ritrovano hanno quella sensazione "di tornare in un luogo a cui profondamente appartiene una parte di me". Una storia vissuta come se fossero fuori della vita vera "in un luogo e in un tempo senza nome",  come i protagonisti di un romanzo, anzi di tanti romanzi. Una storia che è la stessa, ma sempre diversa, perché loro due quando sono insieme possono essere completamente se stessi e allo stesso tempo possono essere chiunque o qualsiasi cosa decidono o desiderano. Che poi, a pensarci bene chi siamo veramente? Ognuno di noi è una moltitudine di possibilità. " Siamo episodi e rimorsi, anni in cui ci sentiamo costruttori di qualcosa di importante e nostalgie di singoli giorni...".

Ma come fare a non cadere nella noia, a non lasciarsi sopraffare dai sensi di colpa o dalla gelosia, a resistere alla tentazione di lasciare la famiglia per trovarsi poi asfissiati in un nuovo matrimonio che li risucchierebbe nella routine e nella monotonia? Ci deve essere un modo. "Ci deve essere un'altra possibilità, si dicono, un sistema normativo, un contratto, un modello sociale, un protocollo di assunzione del rapporto amoroso....un inganno alle stagioni simile alla rotazione di colture con la quale i contadini si garantiscono per sempre la generosità dei campi". E così fissano delle regole e le raggruppano in quello che chiamano "manifesto dell'amore lieve". Che bello l'aggettivo lieve accanto alla parola amore! Grazie a queste regole si sottraggono al tempo, al dovere, alla noia, all'ansia vivendo come in un sogno e "proteggendosi da ciò che sono". E queste regole saranno il loro elisir e il loro veleno....

"Se questa è un' involontaria arringa difensiva mi scuso con chi la legge, se è un manuale di istruzioni vi invito alla prudenza, se è un atto d'amore perdonatemelo e riproducetelo il più a lungo possibile nelle vostre vite, magari in modo meno tortuoso ma con altrettanta leggerezza. Se sono memorie ribelli, celebrateci nei vostri cuori  come coloro che non hanno voluto accontentarsi. Se è un diario che conferma un pettegolezzo,  allora buon divertimento".



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