Il caso Malaussėne - Daniel Pennac


 "L'immensità si addice all'infanzia, che è ancora abitata dell'eternità". 

Non riesco a credere che dall'ultimo racconto sulla famiglia Malausséne, dalle ultime avventure del capro espiatorio più amato dai lettori sono passati quasi vent'anni! 

Avevo dei dubbi,  un po' di timore di restare delusa. Ho iniziato a leggere con un po' di diffidenza, ma ben presto mi sono rasserenato. La sensazione è stata quella di ritrovare un amico, di riabbracciare delle persone care che non vedevo da tempo e temevo di non incontrare più. Sono passati due decenni e, inevitabilmente, un po' di malinconia per il tempo che è passato mi ha assalito. Ma il tempo è passato anche per la tribù: i piccoli sono cresciuti, gli adulti sentono il peso degli anni che passano e ciò li rende ancora più veri e ce li fa sentire più cari. 

 Lo stile è sempre quello. Pennac è come in tutta la saga: brillante, intelligente, ironico; nel suo caratteristico modo paradossalmente intricato saltella nello spazio e nel tempo con un susseguirsi di episodi, colpi di scena, dialoghi esilaranti e riflessioni semi-serie.  

 E quel "continua....'" alla fine? 

Suona come una promessa: ritornerò. Ed io ci conto e ti aspetto, caro signor Malausséne, dovessero passare altri venti anni! 

 "Quel che è passato ci manca e quel che perdura ci annoia. Diventare e permanere insieme, è questo il sogno dell'uomo". 


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