Il quaderno di Maya - Isabelle Allende

“La felicità è saponosa, scivola via tra le dita e invece ai problemi ci si può attaccare, offrono un appiglio, sono ruvidi, duri.” 

 Della Allende ho diversi romanzi "in attesa", finora avevo letto solo La casa degli spiriti che ho trovato meraviglioso. 

Il quaderno di Maya racconta di un’adolescente, figlia di genitori separati, assenti e distanti. Di lei si prendono cura i nonni: il nonno Popo, un nero grande e grosso ma elegante, sensibile, amorevole, saggio e dolce e la nonna Nini, sognatrice e battagliera, paladina della giustizia, di origini latino-amaricane che coltiva le tradizioni del suo popolo ed è convinta dell'esistenza di spiriti superiori che guidano e sorvegliano la vita di ciascun essere umano. Alla morte dell'amato nonno Maya scappa di casa ed incorre in varie vicissitudini: cade vittima della droga, entra in un vortice di disperazione e dipendenza che la porta a perdere la sua dignità di donna e di essere umano, entra a contatto con la peggiore gente, è vittima di violenze di ogni tipo. La nonna la ritrova ma la ragazza è ricercata da polizia e da criminali e quindi è necessario farla scomparire. Maya arriva, così, nell'isola Chiloè, un posto meraviglioso, magico, dalla natura incontaminata, lontano dalla tecnologia, i cui abitanti appaiono straordinari. E qui Maya scopre un mondo nuovo mondo, una nuova vita.

 La scrittura è piacevole, la lettura scorre, ma nella prima parte il racconto non decolla. Più piacevole la seconda parte, quella sull'isola. Insomma, diciamo che mi aspettavo qualcosa in più dalla Allende. Vedremo i prossimi.

"Nella vita non ci sono finali, ma confini, si gironzola di qua e di là, si inciampa, ci si perde....". 

"La vita è un arazzo e si ricama giorno dopo giorno con fili di molti colori, alcuni grossi e scuri, altri sottili e luminosi, tutti i fili servono".



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