La caverna - José Saramago

 "Ci si abitua, sì, tante volte sentiamo dire, o lo diciamo noi stessi, ci si abitua, lo diciamo, o lo dicono, con una serenità che sembra autentica, perché in realtà non esiste, o ancora non si è scoperto altro modo di manifestare all'esterno con tutta la dignità possibile le nostre rassegnazioni, quello che invece nessuno domanda è a costo di cosa, ci si abitua... ".

Meraviglioso, splendido, unico, inimitabile Saramago! La caverna è l'ennesimo capolavoro. 

Il mito della caverna è uno dei ricordi più nitidi dei miei studi da liceale: chi non si è identificato con il prigioniero che, riuscito a liberarsi e scoperta la condizione di schiavitù in cui versa con i compagni, torna indietro per liberarli, senza essere ascoltato?

In questo racconto Saramago traspone il mito platonico nella società odierna, in cui l'uomo è schiavo della globalizzazione e del consumismo. È la storia di un uomo e sua figlia che non accettano di farsi stritolare da un mondo che vuole tutti uguali, schiavi del mercato, di farsi fagocitare da un sistema spersonalizzante, aberrante, dove l'essere umano non conta nulla. Questo mondo è rappresentato dal Centro, struttura a dir poco mostruosa, inquietante, che ricorda il Grande fratello orwelliano: è gigantesco, un labirinto in continua espansione, in cui c'è tutto quello che credi ti possa servire, ("ti venderemmo tutto quello di cui hai bisogno, se non preferissimo che tu abbia bisogno di ciò che vendiamo"); è pieno di attrattive e di svaghi, di abitazioni ultramoderne; è sempre ben sorvegliato per non dire spiato, per motivi di sicurezza. Nel centro ogni cosa è artificiale, l'aria è purificata perché non si possono aprire le finestre, la temperatura e l'illuminazione sono mantenute costanti. A tanta artificiosità e falsità si contrappone l'autenticità e la semplicità della vita all'aria aperta dei protagonisti, la purezza del loro rapporto e dei loro sentimenti, la loro costante ricerca della verità e della libertà.

Meravigliosa la figura del cane Trovato di cui Saramago esprime i pensieri ed attraverso cui dà voce ai sentimenti più profondi dei protagonisti.

Saramago non delude mai!

 "Una cosa è quello che porta il giorno, e cosa ben diversa e quello che noi, da soli, portiamo al giorno, la vigilia. [...] Tutti i giorni passati sono vigilie e tutti i giorni futuri sono ciò-che-sarà. Tornare a essere vigilia, almeno per un'ora, e il desiderio impossibile di ogni ieri che è passato e di ogni oggi che sta passando. Nessun giorno è riuscito ad essere vigilia per tutto il tempo che sognava..."



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