L'invisibile ovunque - Wu Ming

Poche pagine, a differenza dei romanzi del collettivo che ho amato, Q e L'armata dei sonnambuli. Certo la sostanza non manca, anche se non ho provato quel trasporto, quel non riuscire a staccarmi che in genere mi danno i Wu Ming. Non un romanzo, ma quattro storie separate. Si parla della Grande Guerra. Lo stile è quello dei Wu Ming: niente banalità o immagini trite o pensieri convenzionali; reale e surreale, storia e immaginazione mescolati bene; punti di vista alternativi.

Si parla di uomini che cercano disperatamente l'invisibilità, che nell'essere invisibili ravvedono l'unica possibilità per sottrarsi alla paura, alla distruzione, all'orrore, alla morte; si parla di giovani uomini che si trovarono dall'oggi al domani catapultati in trincea, immolati in quella che fu una carneficina frutto di una strategia di guerra che in nessun conto teneva la vita umana.

 Il titolo, bellissimo e suggestivo, è tratto da una citazione di Yvan Goll, riportata all'inizio del libro: “La guerra era l’invisibile ovunque, il suo battito gonfiava le vene degli uomini, suonava con le campane dei villaggi, tuonava la notte durante la tempesta. La guerra erano i giorni del calendario. Era la cifra del secolo. Era il lamento dei poveri, la rabbia dei deboli. Era la fame. Era la morte.”




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