La simmetria dei desideri - Eshkol Nevo

Commovente, delicato, con una buona dose di ironia. 
Leggendo dell'amicizia tra i protagonisti ho pensato, sorridendo e consapevole di quanto sia fortunata, alle mie amicizie, quelle vere, inossidabili, che resistono agli anni, ai cambiamenti, ai difetti, ai vuoti, ai momentanei allontanamenti, alle incomprensioni. Quelle con cui si cresce, si condividono gioie e dolori, quelle sincere fino alla crudeltà, mai banali né superficiali, quelle che le parole non sono necessarie, ma basta uno sguardo. Quelle che sai che ci saranno sempre per te e tu per loro, non importa quanto tempo sia passato dall'ultimo incontro. Quelle che pur essendo diverse in tutto da te, sono il tuo specchio...Quelle che davvero si contano sulle dita di una mano.
 Nevo racconta l' amicizia fra quattro ragazzi, che dai tempi della scuola crescono insieme e condividono divertimenti, studi, viaggi, esperienze, delusioni, sogni, conquiste, sconfitte, amori, dolori, traguardi.
Yuval, è l'lo narrante, il più schivo e taciturno dei quattro, che durante i loro incontri "tacevo tenendo nascosti i miei piccoli pensieri amari, o i miei piccoli pensieri generososi"; il più incline alla malinconia, all'autocontrollo, al pessimismo, il più scettico.
Yoav, detto Churchill, possiede una "enorme brama di vivere che aveva qualcosa di contagioso, di bello, di esaltante" e "aveva un gran bisogno di riflettersi negli altri": è il leader del gruppo, lo sciupafemmine, ma anche il meno affidabile, apparentemente il più forte, ma in realtà il più debole.
Ofir che "nel momento in cui cominciava a parlare di qualcosa o di qualcuna con folle entusiasmo, sapevamo che era sul punto di abbandonarlo....sapevamo che le parole belle, grandiose, rappresentavano l'ultimo tentativo di radicarsi a terra, prima che i piedi piatti lo portassero oltre, ancora avanti".
Amichai che “Ha un corpo solido, la cui postura rivela che è in grado di sorreggerti, e ha gli occhi colore della terra” e che possiede "vitalità che gli ribollita dentro ... e la riversava su di noi, i suoi tre migliori amici, con ogni genere di iniziativa solenne".
Crescono insieme, diventano uomini insieme ed assistono ai rispettivi cambiamenti, perché crescere è anche cambiare, non solo fisicamente. Ed anche rimanere saldi nel cambiamento.
La possibilità, la legittimità, a volte la necessità di cambiare aleggia su tutto il racconto ed è argomentata anche con brani tratti dalla tesi incompiuta dell'Io narrante dal titolo "Metamorfosi. Filosofi che hanno cambiato opinione".
Pur non mancando le figure femminili (madri, mogli, amiche e compagne dei protagonisti) resta un romanzo al maschile, in cui l'autore analizza i comportamenti, i pensieri, le emozioni dei protagonisti maschili, senza andare a scandagliare gli animi femminili rendendo la sensazione al lettore di come i due universi restino inesorabilmente separati, nella loro complementarità, a volte nella reciproca necessità e nella loro solitudine.
Si parla quindi di amicizia, ma anche di amore, di tradimenti, di depressione. La storia parte da Haifa, dove i ragazzi si sono conosciuti e prosegue poi a Tel Aviv, dove si sono trasferiti dopo il servizio militare. Inevitabili i riferimenti al conflitto israelo palestinese, all'intifada, riferimenti che tuttavia restano a margine, fuori della storia dei quattro amici, con quel senso di ineluttabilità ed impotenza di fronte a qualcosa che esiste da prima di loro e che probabilmente gli sopravviverà.
"In realtà siete solo voi quattro. Il mondo intorno a voi diventa sempre più cinico e violento, e voi mantenete in piedi questa vostra comitiva, in cui v'importa l'uno dell'altro. Ma questa è proprio la definizione dell'amicizia, no? Un'oasi che ci permette di dimenticare il deserto... o... una zattera le cui assi si tengono unite. O... un piccolo staterello circondato dai nemici".

A fare da sfondo e da filo conduttore alla storia c'è la passione per il calcio: il tempo che passa è scandito dal succedersi ogni 4 anni dei mondiali di calcio.
"Per fortuna che ci sono i Mondiali. Così il tempo non diventa un blocco unico, e ogni quattro anni ci si può fermare a vedere cos’è cambiato".
E così, durante i mondiali del '98, Amichai ha un'idea: ognuno di loro scriverà su un bigliettino tre desideri per scoprire se riusciranno a realizzarli entro i prossimi mondiali. Tutto inizia da qui....
"Ci poniamo delle mete e ne diventiamo schiavi. Siamo talmente impegnati a realizzarle, che non ci rendiamo conto che nel frattempo sono cambiate". 




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