Che ore sono da voi? - Antonio Tabucchi
"...sai che è tardi, ma non nel senso dell'orologio, intorno a te l'ora è vasta, solenne, grande come lo spazio: un'ora immobile che non è segnata sul quadrante, e tuttavia leggera come un sospiro, rapida come un colpo d'occhio".
Avevo quasi dimenticato la bellezza della scrittura di Tabucchi. Dolce ed amara, poetica, intrisa di malinconia, sempre in bilico tra sogno, fantasia, miraggio, allucinazione e realtà storica.
"Che ore sono da voi?" Il titolo dà la dimensione di come il passare del tempo sia percepito in maniera diversa da persona a persona e da momento a momento nella vita di una stessa persona. Alcuni restano fermi, altri corrono più veloci del tempo stesso. C'è chi vive un tempo ormai perso e chi percorre tempi non ancora arrivati.
Tabucchi ha un modo tutto suo di far sentire il tempo che passa. E che resta. Resta nei ricordi, nelle rughe sui nostri volti, nelle cicatrici dei dolori che continuano a bruciare e nell'emozione delle gioie che continuano a riscaldare. Il tempo siamo noi. È ciò che viviamo, è le nostre storie, la Storia.
“Il vero protagonista della storia che abbiamo vissuto non siamo noi, è la storia che abbiamo vissuto".
Una raccolta di racconti piena di descrizioni suggestive, bellissime da leggere e gustare lentamente: si ha la sensazione di guardare una foto, un dipinto, tanto precisa e fedele è la ricostruzione dei luoghi.
Racconti che parlano di ricordi, felici o terribili.
C'è la storia di Giosefine, nata nel corpo sbagliato, che decide di cambiare sesso e cambiare il nome Ettore con quello che avevano dato alla piccola palma del cortile antistante alla casa abitata da bambino.
C'è la storia di Laszlo, generale ungherese che da giovane era stato processato ed imprigionato per lunghi anni perché aveva partecipato alla resistenza all'invasione Russa e che, ormai vecchio, decide di recarsi a conoscere il generale russo responsabile del suo arresto.
C'è la Vecchia dei gatti, un'ebrea sopravvissuta all'olocausto.
E poi Leo, Federico e Tonino, tre amici tutti innamorati di Maddalena, che la vita ed il tempo ha separato inesorabilmente. E ancora Eddie ed Elsa, due attori non più giovani che si incontrano dopo anni per girare il seguito del film che li aveva fatti conoscere ed innamorare e che non avevano avuto saputo vivere il loro amore.
E tante altre storie in cui il protagonista è il tempo, questa "cosa rotonda.... che sta lì e gira e gira", ogni tanto "barcolla e precipita verticalmente".
Fino all'ultima storia, iniziata pochi mesi prima della morte dell'autore e mai finita, rimasta incompiuta che si interrompe con un punto seguito da un articolo: ".Il...." a cui doveva far seguito un soggetto e poi un verbo, una frase, un'azione, che insieme avrebbero dovuto portare avanti un'altra storia che invece resta lì, ferma, sul foglio e nel tempo.
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