Splendi come vita - Maria Grazia Calandrone

"....ho trovato la pietra filosofale, l'officina alchemica dove ogni dolore viene ridato al mondo come bellezza. Bussole e armi dei disarmati sono le parole."

La magia delle parole.

L'autrice racconta la sua storia, o meglio la storia della sua mamma adottiva. La storia di una vita, di un legame, di un amore infinito, ma anche una storia di dolore, di abbandono, di disamore; del buio che attanaglia la mente di chi è vittima di malattia psichica ed il cuore di chi gli è vicino. E mettendo una dietro l'altra le parole, ricostruendo questa storia, rivivendo e ricordando, ritrova un sentimento che credeva perso, l'amore per la sua mamma e l'amore della sua mamma.

Non è facile leggere Splendi come vita, sia per ciò che racconta che per il modo in cui è scritto. Non riuscivo a seguire, non trovavo un filo. L'autrice dice e non dice, svela e non svela, il tempo della narrazione non è lineare, tanti spazi bianchi.

Ogni frase è uno squarcio attraverso cui guardare; ogni andare a capo un fermarsi a respirare; ogni spazio bianco un non detto, lasciato al sentire del lettore.

Nella dedica c'è scritto: "Ti accompagno a parole, perché a parole sono nata da te ". Le parole, infatti, sono capaci di creare e distruggere, di far nascere o morire speranze, sentimenti, vite nuove. L'autrice, figlia "nata a parole" dalla madre adottiva, con le sue parole scritte, alla fine, quasi partorisce a sua volta sua madre: non più madre, non più figlia, non moglie, ma donna.





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