Oliva Denaro - Viola Ardone


"Perchè per noi è difficile, Maddalena? [...]Che colpa ne ho io, se sono nata femmina?".

Oliva Denaro è nata femmina.
Vive a Martorano, un paesino della Sicilia, dove la vita "è vita di sguardi: vedere ed essere visti. E ognuno all'occhio altrui pretende di essere meglio di quello che è"; dove "tutte le femmine si somigliano: stessi vestiti, stessa pettinatura,  stesso modo di camminare, radente il muro,  stessi occhi ridotti a due fessure dallo stare sempre al buio,  nel chiuso di una casa".
E lei, ancora bambina, sente che tutto questo non è giusto.
"Io sono diversa [...] ma loro sono dentro di me. Io sono Oliva Denaro, e sono pure loro [...] Galline, siamo noi, femmine di pollaio. E io non sono favorevole al pollaio".

Non vuole crescere, Oliva, vuole rimanere bambina e aspetta con terrore l'arrivo del "marchese" che farà di lei una donna e la costringerà a portare "scarpe chiuse e gonne lunghe, a camminare con passi corti e lenti" senza poter più correre "a scattafiato" con gli zoccoli ai piedi e le ginocchia sbucciate.
"Dai maschi il marchese non ci va proprio. Loro [...] diventano grandi un poco alla volta, non tutto insieme".
Ma anche Oliva, come tutte le donne, cresce, diventa "femmina" e lo fa in un luogo in cui la donna è considerata "una brocca: chi la rompe se la piglia" e in un'epoca in cui lo stupro è un reato contro la morale e non contro la persona. La storia, infatti, inizia nel 1960 e termina nel 1981 anno in cui viene abrogato l'articolo 544 del codice penale che prevedeva il matrimonio riparatore.

La madre, Amalia, calabrese arrivata in Sicilia per amore, indurita dalla fatica e dalle difficoltà, è ossessionata dalle regole rigide che si impone ed impone alla famiglia per essere e rimanere rispettabili e non dare adito a chiacchiere.
"Tutto per lei è dolore: la luce della mattina che entra dalle persiane socchiuse, il corpo di mio padre che russa sdraiato accanto a lei, la mia magrezza informe, il lavoro nel campo, la siccità [....] il silenzio, la confusione [....] i tempi moderni, i tempi antichi, la vita che va, le chiacchiere della gente, il freddo, il caldo, le comari. Tutti complici della sua disgrazia".
Il padre, Salvo, è un uomo mite, di poche parole, ma con un senso profondo della giustizia e della libertà: non ha cultura, ha tanto amor proprio e tanto rispetto per sé e la sua famiglia.
"Lo sai che cosa sono i figli? Sono come quei semi portati dal vento che vengono a germogliare nella tua terra,  devi lasciarli crescere per capire che frutto daranno, mica lo puoi stabilire tu dal principio".
Olivia cresce e....

Tanti i personaggi, tutti vivi, pulsanti, ben descritti.
La scrittura è quella di Viola Ardone, quella che abbiamo imparato ad amare ne "Il treno dei bambini": semplice ed incisiva, diretta ed evocativa, appassionata ed appassionante.

Particolarmente toccante e poetica l'ultima parte in cui c'e una sorta di dialogo a distanza, col pensiero, tra padre e figlia, quasi una confessione tra due persone che poco si sono dette a parole, ma tanto con i piccoli gesti, gli sguardi e le emozioni; un poetico coro a due voci pieno di sentimenti: nostalgia, amarezza, dolcezza, ammirazione, rammarico e tanto, tanto amore.

Un libro che è una carezza a tutte le donne: alle vittime di ingiustizie, soprusi, violenze, vittime della società e della mancanza di leggi atte a proteggerle, perché "nessuna donna è fragile: fragile è solo chi è esposto alle ingiustizie"; a quelle padrone del proprio corpo e quelle a cui "il corpo è  fardello"; a quelle che hanno subito, a quelle che hanno sussurrato "no!" e a quelle che lo hanno gridato; a "le ragazze che in strada hanno bruciato i reggiseni, le donne che ora siedono in parlamento e a quelle che sono a casa a far da mangiare, quelle che prendono schiaffi e provano vergogna,  quelle che si sposano solo per interesse, quelle che da dietro i vetri le chiamano svergognate, quelle che hanno studiato tanto e quelle che non sanno ancora niente".
Un inno a "La donna, femminile singolare" in tutta la sua bellezza, la sua pienezza, la sua potenza, la sua forza e le sue fragilità, al suo diritto alla libertà.

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