Nostalgia - Ermanno Rea

 "Questa storia comincia dalla fine; comincia con la morte del protagonista,  Felice Lasco, ucciso con due colpi di pistola da colui che, in giovinezza, era stato il suo amico del cuore..."

Poetico, struggente e potente, appassionato e appassionante; intriso di Nostalgia, sentimento che, come dice Rea, "sembra far parte del nostro bagaglio genetico, del nostro <<arcano>> di esseri umani".
La Nostalgia che induce Felice al Ritorno, al Grande Ritorno.
Felice "un uomo in fuga dal proprio passato e poi - quarantacinque anni dopo - alla ricerca di quelle stesse radici nel frattempo smarrite".
Ma "Forse al mondo non c'è ritorno possibile."

Un viaggio nei ricordi, nei rimpianti, nei rimorsi, nel passato di Felice.
"...una marcia all'indietro [...] alla scoperta del nostro male di vivere in un mondo troppo pieno di ingiustizie "

Un viaggio su una moto per le strade di Napoli, per i vicoli della Sanità, tra odori, profumi, le pareti di tufo, le chiese, le grotte e gli squarci mozzafiato.
Un viaggio per il mondo, seguendo Felice nella sua fuga lontano dalla sua città, dal suo rione, lontano dalla sua vita, dalla sua famiglia, dai suoi errori. Lontano, il più lontano possibile, da Oreste.
Lontano, fino quasi a dimenticare. Dimenticare i luoghi, i profumi, i sapori, i legami, la lingua; dimenticare chi era, chi amava, chi non ha mai smesso di aspettarlo. Ma dimenticare non è possibile. E allora, non resta che tornare.

È la storia di due uomini, Felice e Oreste, una grande amicizia, una "vita in tandem [...] un battibecco continuo, una rissa senza fine, destinata però a concludersi sempre allo stesso modo, nel segno di una irriducibile interdipendenza".

È la storia del tempo che passa inesorabile, delle scelte che, sempre, qualsiasi esse siano, stravolgono la vita.
Le scelte di Felice e Oreste. Le scelte di ciascuno di noi.

È la storia di Napoli. Napoli e la sua bellezza. "C'era dolore in tanta caotica bellezza? C'era e come! [...] ma era un dolore che, lungi dal menomare quella bellezza,  la esaltava fino allo struggimento ".

È la storia d'amore e di odio di Felice per Napoli e per Oreste, per i quali, in fondo   prova lo stesso sentimento "era stato sempre, nello stesso tempo, dentro e fuori dal suo cuore, amato e detestato con pari impetuosita"

Felice e Oreste sono figli di Napoli, della Sanità.
Amore e odio, passione e rabbia, dolcezza e "durezza", nostalgia e fuga, paura e coraggio, bellezza e bruttezza.
L'eterna dicotomia della più bella città del mondo.

Non ricordo dove ho letto che Lucio Dalla diceva di Napoli: “Napoli è il mistero di una vita, bene e male si confondono, comunque pulsano. Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno, di sognare di essere a Napoli".

Ecco, capita lo stesso anche a me...


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