Atti umani - Han Kang
"A Gwangju è successo esattamente lo stesso che nell'isola di Jeju, nel Kwantung e a Nanchino, e su tutto il continente americano quand'era ancora conosciuto come il Nuovo Mondo, ovunque, con una brutalità talmente invariata che è come se fosse impressa nel nostro codice genetico".
Sono tutti Atti umani. Atti compiuti da uomini.
"...che cos'è l'umanità? E cosa dobbiamo fare per far sì che essa sia una cosa piuttosto che l'altra?".
Gwangju è il luogo in cui l'Autrice è nata, per trasferirsi ancora bambina a Seul pochi mesi prima del maggio 1980. Ed è il luogo del massacro di cui parla in "Atti umani", compiuto dai militari di Chun Doo-hwan nel corso della repressione feroce e spietata di un tentativo di rivolta di cittadini inermi, soprattutto studenti,
Massacro che ha spezzato tante giovani vite.
Dong-ho ha solo 15 anni quando viene ucciso in quel maggio del 1980. È intorno a lui, alla sua breve vita, alla sua famiglia, ai suoi amici ed alla sua morte che ruota il romanzo.
" C'era qualcosa di mite e gentile in quegli occhi a mezzaluna con la palpebra singola. La linea morbida della mascella conservava ancora tracce di infanzia...".
"Atti umani" è il racconto di quei giorni fatto a più voci, di sopravvissuti e di morti, e del loro ricordo di Dong-ho.
Il racconto del folle tentativo di ribellione, delle uccisioni, delle torture subite dai prigionieri e delle vite dei sopravvissuti, vite segnate per sempre, nel corpo e nell'anima.
"Se si pensa alla vita di quel ragazzo, [...] cos'è quella cosa che chiamiamo anima? Solo un concetto insussistente? Qualcosa che potrebbe non esistere affatto? O, forse, è come una specie di vetro? Il vetro è trasparente, giusto? E fragile. In questo sta la sua natura fondamentale. Ed è per questo che gli oggetti di vetro devono essere maneggiati con cautela. Dopotutto, se finiscono per spaccarsi, incrinarsi o scheggiarsi, non servono più a niente, no? Puoi solo buttarli. Prima avevamo un tipo di vetro che non si poteva rompere. Una verità così dura e limpida che poteva benissimo essere fatta di vetro. Così, se ci pensi, è stato solo quando ci hanno distrutti che abbiamo dimostrato di avere un'anima. Che questo eravamo in realtà: uomini fatti di vetro".
C'è una scena in cui durante la rappresentazione teatrale di un'opera in gran parte censurata dal regime, gli attori recitano senza emettere alcun suono, solo col corpo e muovendo le labbra: è di una potenza incredibile! Riesci a vederla...
Un romanzo crudo, terribile, straziante scritto da una penna potente.
Chiudi il libro e ti senti come l'Autrice che scrive: "mi accorsi che inconsapevolmente tenevo la mano destra sul lato sinistro del petto. Come se mi si fosse incrinato il cuore...".
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