La casa del mago - Emanuele Trevi

 "La vita delle persone comuni trascorre, almeno da che è finita l’infanzia, nell’anticipazione o nel rimpianto".

"La casa del mago" è il racconto dell'amore incondizionato e della ammirazione profonda dell'autore per il padre. Un uomo complesso, per alcuni aspetti indecifrabile, enigmatico, un "cubo di Rubik sorridente e baffuto", capace di estraniarsi da tutto "non riusciva a rimanere in modo continuativo tra noi, con i piedi piantati sulla nostra vecchia, affidabile, sonnolenta Madre Terra, in compagnia dei suoi simili [..:] Aveva l’abitudine di andarsene nel bel mezzo di qualsiasi cosa, e chi si è visto si è visto («rimane l’involucro, ma lui chissà dov’è»): difficile prevedere per quanto sarebbe stato via",  ma "i ritorni erano contrassegnati da un’allegria e una generosità addirittura spropositate".

Psicanalista famoso, grande studioso di Jung, uomo solido a suo modo, padre e marito presente, a suo modo...tutto a suo modo, perché,  come ripeteva sempre la moglie "lo sai com'è fatto".

L'Autore va ad abitare in quello che era stato lo studio del padre e ben presto è evidente che quella casa ha una sua anima ed una sua volontà...

Man mano che fa amicizia con la nuova casa, cercando di interpretarne segni e volontà, sistema gli oggetti del padre,  ripercorrendone la vita; una vita ricca di avventure, aneddoti e vicende interessanti, su cui spesso aleggia un pizzico di magia.

E giorno dopo giorno, conosce meglio se stesso.

E noi con lui ci imbattiamo in Jung e la sua Miss Miller, Ernst Bernhard, ma anche con Beppe Fenoglio e Natalia Ginzburg, con  Giorgio Manganelli...

Accanto a queste "presenze" ci sono anche figure in carne ed ossa, come la "degenerata" colf peruviana poco incline alle faccende domestiche e molto a dar consigli di vita a chiunque ne abbia bisogno. 

Un romanzo piacevole, tra storia personale e Storia, psicologia e psicanalisi, astrologia e esoterosmo; la scrittura di Trevi è godibile come sempre, ma ho trovato un po' frettolose le ultime pagine e si ha la sensazione che manchi qualcosa.

Ma è pur vero che "Noi siamo gli spettri di tutto ciò che non è accaduto, spettri vivi nel groviglio infinito delle alternative, delle possibilità, dei capricci degli dèi".

"E il senso della vita è un filo così fragile e sottile che quello di Arianna, in confronto, sembra una cima per ormeggi".






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