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Visualizzazione dei post da marzo, 2025

Trust - Hernan Diaz

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Non sono i fatti, i protagonisti, gli eventi a fare una storia, ma la voce che li narra e li descrive. Ogni storia, ogni vita ha una sua narrazione che muta in relazione alla voce narrante. Persino il diario che dovrebbe essere la narrazione più fedele, in fondo non lo è,  perché filtrata, comunque, da un "narratore". Infatti: " un diarista è un mostro: la mano che scrive e l’occhio che legge appartengono a corpi diversi ". La storia narrata è quella di Henry Bevel e di sua moglie Mildred. Siamo a New York nella prima metà del Novecento: da un lato Wall Street con la sua ricchezza, i soldi, i giochi di potere, la borsa, dall'altra la miseria, l'emigrazione e i movimenti anarchici dì Brooklyn. Bevel è un ricco finanziere che ha fatto fortuna e accumulato ricchezze tra luce ed ombre; è sposato con Mildred, con la quale ha un rapporto ambiguo che, si intuisce subito, non è basato sulla passione e l'amore... I fatti sono narrati da quattro voci dive...

Cose che non si raccontano - Antonella Lattanzi

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  " ...ho una diga nella testa dove stanno nascoste tutte le cose che fanno davvero troppo male. Quelle cose, io non voglio dirle a nessuno. Io non voglio pensarle, quelle cose. Io voglio che non siano mai esistite. E se non le dico non esistono... " E invece l'Autrice le dice, le racconta, le mette nero su bianco in questa storia che è dolorosa, potente, intensa, disperata, tanto piú perché apre, di tanto in tanto, la porta alla speranza. "... ho avuto attimi grandiosi di realizzazione, seguiti da attimi terribili di non accettazione, seguiti da attimi di meravigliosa gioia e pienezza, ma non mi sono mai seduta su un attimo sempre uguale, non ci sono mai riuscita... ". L'Autrice ci porta con lei su queste montagne russe che sono i suoi pensieri e i sentimenti e le emozioni in uno dei periodi più dolorosi e terribili della sua vita e della vita di qualsiasi donna abbia vissuto le sue esperienze. Sì perché questo libro parla di donne, di maternità rifiuta...

L'istante largo - Sara Fruner

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  " Il mondo è fatto di persone che fanno quello che possono. E loro, in qualche modo, sono arte ". Ho comprato "L'istante largo" prima di tutto per il titolo che ha catturato la mia attenzione e poi spinta dalle recensioni più che positive, entusiastiche direi: forse per questo mi aspettavo di più. Narra di Macondo, un adolescente che ha tre mamme e viene cresciuto da Rocìo, la nonna che, per un intervento alla faringe, non può parlare ma comunica scrivendo biglietti (chiamati scontrini), lettere e lunghi racconti in un quaderno giallo. Mettendo insieme i pezzi dei racconti e le scoperte che il ragazzo, novello Sherlock Holmes, fa indagando, Macondo scoprirà la sua storia e quella della sua famiglia. La lettura, non sempre scorrevole e a volte ridondante che ti viene voglia di saltare qualche pagina qua e là, non è tuttavia sgradevole, anche grazie alle atmosfere che rimandano, volutamente, visto il nome del giovane protagonista, alla letteratura latino-ame...

Fiori per Algernon - Daniel Keyes

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Struggente , profondo, provocatorio, geniale; attualissimo nello stile e nei contenuti, Fiori per Algernon, scritto nel 1959, non dimostra i suoi anni. Charlie Gordon è un uomo di oltre trent'anni nato con un ritardo mentale , che viene sottoposto da un'equipe di scienziati a un’operazione al cervello, già effettuata  su un topolino, Algernon, grazie alla quale il suo QI triplicherà, anche se ancora non sono noti gli effetti nel tempo. Comincia così la progressiva crescita delle capacità cognitive di Charlie, che descrive lui stesso nel suo diario. Ed è mirabile come Keyes sia riuscito a rendere l'evolversi della mente, dei pensieri, dei ricordi, delle associazioni mentali, dei sentimenti di Charlie. In questo modo Charlie realizza il suo sogno. Prima dell'intervento scriveva: " Vollio sol tanto esere inteligiente come li altri per poter avere un muchio damici che mi volliono bene "  Come si sbagliava! Tanto che al culmine della sua intelligenza scrive ...

La luna e i falò - Cesare Pavese

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  Di tutto quanto, della Mora, di quella vita di noialtri, che cosa resta? Per tanti anni mi era bastata una ventata di tiglio la sera, e mi sentivo un altro, mi sentivo davvero io, non sapevo nemmeno bene perché [...] I ragazzi, le donne, il mondo, non sono mica cambiati. Non portano piú il parasole, la domenica vanno al cinema invece che in festa, dànno il grano all’ammasso, le ragazze fumano – eppure la vita è la stessa, e non sanno che un giorno si guarderanno in giro e anche per loro sarà tutto passato. Tanti anni sono passati da quando, studentessa del ginnasio, ho letto la prima volta "La luna e I falò". Mi piacque tanto, ma oggi posso dire di aver letto un altro romanzo. Il senso di profonda nostalgia, la consapevolezza del tempo che passa, il sentimento di perdita di persone, luoghi, ideali, il peso delle delusioni e delle disillusioni, l a malinconia che pervade le pagine insieme al desiderio di sentirsi parte di qualcosa, tutto questo che riesco a "sentire...