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Un posto tranquillo - Matsumoto Seichō

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 Un posto tranquillo è un giallo a tinte noir. Entrambi generi che non amo, ma ho letteralmente divorato questo romanzo... Probabilmente perché è un giallo sui generis, in cui non c'è un delitto e le indagini sono svolte da un comune cittadino, un funzionario del ministrro dell'agricoltura che dopo la morte per cause naturali della moglie, avvenuta in una strada inusuale per le sue abitidini, comincia, ossessivamente a chiedersi cosa facesse lì la donna.  Comincia cosi una ricerca che lo condurrà a prendere atto di non aver mai realmente conosciuto la donna che aveva sposato, forse per mancanza di interesse reale nei suoi confronti, di un sentimento profondo. E, probabilmente, di non conoscere fino in fondo neanche se stesso... L'Autore ha una bella penna, ritmi giusti, crea intrecci capaci di tenere incollati alle pagine ed ha un modo affascinante e serrato di raccontare l'animo umano. La società giapponese è descritta in maniera spietata, nelle contraddizioni, nei rap

L'ora di greco - Han Kang

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 "Hai mai camminato nel crepuscolo mattutino? Quando avanzi un passo dopo l'altro nell'aria gelida e avverti davvero quanto sia caldo e fragile il corpo umano. Quando ogni cosa emana una luce azzurrina che si insinua come un miracolo negli occhi da cui hai appena lavato via il sonno. Il crepuscolo mattutino". Un romanzo di una potenza e di una poesia incredibili! Come la protagonista de "La vegetariana" decide di liberarsi del suo corpo, del suo essere creatura fatta di carne smettendo di nutrirsi, così la protagonista de "L'ora di greco" sceglie il silenzio, un silenzio "freddo e rarefatto, come un'ombra privata del proprio corpo", per difendersi dal mondo. Lei che vive" chiedendosi se avesse diritto di esistere in questo mondo"; che sente come una "corazza di parole che pungevano come spilli la sua pelle nuda", si chiude nel suo silenzio che è "come una mano congelata sotto una lastra di ghiaccio che ave

Ritratto in piedi - Gianna Manzini.

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"Così facile,  dunque,  l'alleanza che i vivi chiedono ai morti? La volta del cielo è talmente capace. E il tempo è nulla. Ma diventa un assedio, una congiura, questo strano e pur naturale concerto di suoni interrotti, di voci strascicate,  di eterne cadenze, di sussurri impediti. E battiti, battiti. Che folla, che ressa, per diradare nebbie intorno a un ricordo". "Ritratto in piedi" mi è piaciuto, molto. Una storia emozionante, appassionante, un viaggio nella vita di una bambina, poi donna e della sua famiglia attraverso ricordi ("frantumate lontananze. Pezzi d'un mosaico. Li salda la mia invocazione; il mio amore"), attraverso immagini, quasi fotografie, attraverso parole, dialoghi, descrizioni di stati d'animo e silenzi, fino a quella descrizione finale del "rimorso" che mi ha lasciato senza fiato. L'Autrice ci parla del padre, Giuseppe Manzini, anarchico convinto, dedito anima e corpo alla causa degli ultimi, amico di Enrico

La ricreazione è finita - Dario Ferrari

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Una lettura avvincente, che dispiace lasciare. Un libro che è tanti libri. Ironico, drammatico, malinconico, divertente e commovente. C'è tanta roba in queste pagine: letteratura, politica, gli anni di piombo, il mondo accademico, la vita in provincia, i giochi di potere, i rapporti familiari, l'amicizia, l'amore. E c'è la difficoltà di crescere, di trovare una collocazione e di credere in un ideale che caratterizza spesso i giovani di oggi. Perché " Se ... nella provincia degli anni Settanta restava almeno una possibilità di fare una tragica pantomima della rivoluzione, per noi, nella provincia a cavallo tra anni Dieci e Venti, pure la pantomima sarebbe troppa grazia". Ma c'è anche tanta poesia.  La poesia della vita, di quelle vite che stanno nel mezzo,  tra i vincenti, i predestinati e i perdenti, gli sprovveduti: "gli incerti, i dubbiosi, chi non sa decidersi o decide solo a metà, chi vorrebbe essere intero ma non ne ha la forza, chi manda tutto a

108 rintocchi - Yoshimura Keiko

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Suoni, musiche, profumi, aromi che si sprigionano dalle cucine in frenetica attività per preparare tutto ciò che la tradizione esige, ma anche pensieri, emozioni, paure e speranze riempiono le ore d'attesa dei 108 rintocchi che salutano l'anno che finisce ed accolgono quello che inizia. Il tutto  cadenzato da quel meraviglioso ritmo lento e dal respiro profondo proprio del WABI SABI. L'esordio fresco, semplice, immersivo di una giovanissima Autrice (anno di nascita 1999) che ha una scrittura lineare, delicata, pacificante. Leggendo viene immediato  il paragone con il film Perfect days, tra il protagonista del romanzo, Sohara, ed il protagonista del film, Hirayama, per la stupenda capacità di guardare il mondo con occhi buoni e consapevoli, di accettare ed amare le mancanze, le imperfezioni, le fragilità proprie e degli altri con serenità e comprensione, di accomodare oggetti e persone, di compiere ciascun atto del quotidiano con gioioso senso del dovere. Come Hirayama,  anc

La Mammana - Antonella Ossorio

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  "Per pelle aveva un velo da sposa, per occhi due cristalli di rocca e sul capo una lanugine bianca […] Di un bianco abbacinante, e per giunta femmina, era la ventottesima creatura trascinata sulla faccia della Terra per mano di Lucina. Per il resto la neonata appariva normale, anzi perfetta". Perfetta come perfetta può essere ogni diversità. Se, invece di evidenziare con diffidenza e paura ciò che di "sbagliato" c'è nel "diverso" da noi, in chi non rientra nei parametri di "normalità", ci lasciassimo andare a coglierne la bellezza, l'unicità; se ci sforzassimo di guardare oltre il guscio per affacciarci a guardare l'anima di chi ci appare "diverso", quanta meraviglia potremmo trovare! Un libro che è un po' favola e un po' romanzo storico, un po' leggenda e un po' verità, un po' magia e un po' realtà. La scrittura è evocativa, piacevole,  musicale, complice la napoletanità che viene fuori anche s

Memorie di una famiglia di guantai - Antonio Caiafa

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"Il quartiere Sanità era particolarissimo per le nunerose e poliedriche anime che lo abitavano. In silenzio aveva ospitato uno dei più grandi architetti della storia, Ferdinando Sanfelice; in silenzio avevano camminato per via Vergini i tre fratelli De Filippo; in silenzio alla via Cristallini, si era spento il poeta Raffaele Chiurazzi..." E in silenzio si è spenta la tradizione delle artigiane e degli artigiani della Sanità: "scarpari", "cazunari" (quest'ultimi inventori della raccolta differenziata) e soprattutto guantai e guantaie.Tradizione che, in quello stesso silenzio, era fiorita ed aveva prosperato per secoli. "Memorie di una famiglia di guantai" di Antonio Caiafa ci porta nel Rione Sanità degli anni Cinquanta, dove ferveva l'attività di intere famiglie di artigiani specializzati, ciascuno nel suo ruolo, nel suo compito (erano necessari 25 passaggi per produrre un guanto!): "un'arte che si praticava con le mani e per l

Le palme selvagge - William Faulkner

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Le palme selvagge di William Faulkner è il libro che legge Hirayama, il protagonista del film di Wim Wenders, "Perfect Days", l'uomo che pulisce i bagni di Tokio, che nonostante la piatta e monotona quotidianità di una vita semplice, umile, pesante ogni giorno trova l'entusiasmo ed il piacere di alzare gli occhi al cielo e di sorridere fotografando il komorebi, quella danza della luce che filtra attraverso le foglie degli alberi. L'uomo che ogni sera, alla luce fioca di una lampada, dopo una faticosa giornata di lavoro, non importa quanto stanco sia, legge qualche pagina di un libro, prima di abbandonarsi al sonno ed al riposo; che spende i suoi pochi soldi per comprare libri e  musicassette per ascoltare quella musica che forma la straordinaria colonna sonora del film: Redondo Beach di Patti Smith, The House of the Rising Sun dei The Animals, Perfect Day di Lou Reed,  Feeling Good di Nina Simone... Ed è proprio la bellezza della musica, dei libri, dell'azzurr

La vita materiale - Marguerite Duras

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  "... il libro rappresenta ciò che penso certe volte,  in certi giorni, di certe cose...". Non è  un romanzo, non ne ha la struttura né ha una trama. Sono pensieri sparsi, che descrivono spaccati di vita: una chiacchierata su fatti, luoghi, momenti, persone. Infatti, in realtà, sono estrapolazioni di conversazioni tra l’Autrice e Jérôme Beaujour in seguito trasformate in libro. Rapisce la "scrittura fluttuante" come la definisce l'Autrice stessa " quell'andare e venire fra me e me, fra voi e me in questo nostro tempo". Su cosa vertono queste conversazioni? Ovviamente c’è l’Indocina, il ricordo degli anni della giovinezza, della povertà, della famiglia; ci sono richiami ai libri scritti; le paure, gli amori, gli amici, l'alcolismo, le malattie. Gli incontri, le passioni, il sesso, il senso di vuoto, il caos, il rumore e il silenzio. C'è la vita, la sua vita. Ma quanta profondità, quanto pathos, quanta potenza, quanta poesia, quanta inco

Fuoco grande - Cesare Pavese, Bianca Garufi

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Due voci, due scrittori, due protagonisti, due punti di vista, due modi di sentire, due inquietudini, due tormenti. Tutto a doppio, come in un gioco di specchi. Specchi ingannevoli. Silvia e Giovanni. Giovanni che senza Silvia si sente perduto "non era lei che era sparita [...] chi s'era perduto ero io e non mi vedevo più intorno cose che conoscessi"; la cui vita "era un mondo di Silvie che mi avevano accostato un istante". Silvia: "nata di terra e di sangue"; "cieca in un mondo che vede"; che sa "che non si può innamorare, ma forse con Giovanni, chissà..."; Silvia, "sempre dispersa e sempre sola" L’incomunicabilità tra due mondi, due solitudini, due esseri che, pur se amanti, appaiono irrimediabilmente estranei. Silvia che convive con il suo terribile segreto, disillusa e senza speranze “C’era solo da essere vivi, giorno per giorno come ignorando che tutto era accaduto e persino che cosa era accaduto, perché non ci fosse