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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Le braci - Sandor Márai

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Un uomo, ormai vecchio e prossimo alla fine, ha atteso per oltre quarant'anni, sopravvivendo a due guerre, di conoscere la verità, di "scoprire cos'è che scava un abisso tra due uomini e dove ha inizio il tradimento [...] E anche quale colpa abbia io in tutto ciò".  Perché "non è vero che il destino si introduce alla cieca nella nostra vita: esso entra dalla porta che noi stessi gli abbiamo spalancato, facendoci da parte per invitarlo ad entrare.". C'è tutta una vita in questo libro, ci sono i sentimenti e gli eventi di una vita intera: l'amicizia, l'amore, l'odio, il tradimento, l'infedeltà, la gelosia, la sete di vendetta, il tempo che passa in attesa di conoscere la verità, i ricordi, i rimorsi, i rimpianti. Una vita intera, con le sue ossessioni, le paure, l'egoismo , il coraggio, le illusioni, i dolori, le speranze, le aspettative, le delusioni, le passioni. Quarant'anni e più in attesa di una vendetta, ma ancor più in attesa

Borgo Sud - Donatella Di Pietrantonio

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 Come l'Arminuta, Borgo Sud è un racconto doloroso di perdite, di speranze disattese, di amore cercato, desiderato, finito, negato. Ma alla rabbia talvolta autodistruttiva della giovane adolescente, subentra la compostezza, la dolcezza e la grazia del tempo che passa e lascia posto ai ricordi, alla memoria che "sceglie le sue carte dal mazzo, le scambia, a volte bara". Ritroviamo l'Arminuta, come nel primo romanzo senza nome, ancora in cerca di sé, di risposte alle domande che si porta dall'infanzia e a quelle nuove che la vita le ha riservato; ancora sull'orlo di quell'abisso, a cercare di sanare quelle crepe che incrinano la sua esistenza, che affondano le radici nel suo passato triste di abbandoni. Ritroviamo sua sorella, Adriana, sempre vivace, irrequieta e ribelle, "imprudente e girovaga", che era "capace di immergersi nella melma e uscirne candida" che "si credeva un angelo con la spada, ma era un angelo sbadato e feriva

Il caso Malaussėne - Daniel Pennac

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 "L'immensità si addice all'infanzia, che è ancora abitata dell'eternità".  Non riesco a credere che dall'ultimo racconto sulla famiglia Malausséne, dalle ultime avventure del capro espiatorio più amato dai lettori sono passati quasi vent'anni!  Avevo dei dubbi,  un po' di timore di restare delusa. Ho iniziato a leggere con un po' di diffidenza, ma ben presto mi sono rasserenato. La sensazione è stata quella di ritrovare un amico, di riabbracciare delle persone care che non vedevo da tempo e temevo di non incontrare più. Sono passati due decenni e, inevitabilmente, un po' di malinconia per il tempo che è passato mi ha assalito. Ma il tempo è passato anche per la tribù: i piccoli sono cresciuti, gli adulti sentono il peso degli anni che passano e ciò li rende ancora più veri e ce li fa sentire più cari.   Lo stile è sempre quello. Pennac è come in tutta la saga: brillante, intelligente, ironico; nel suo caratteristico modo paradossalmente intri

L'Arminuta - Donatella Di Pietrantonio

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 "Nel tempo ho perso anche quell'idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure."  Non c'è una parola di più nè una di meno in questo romanzo: intenso, amaro, feroce, commovente, cui l'uso del dialetto abruzzese, qua e là, aggiunge potenza. Ogni parola è una staffilata, ogni frase uno strappo che lacera. Lo stile è asciutto, essenziale, graffiante. Capitoli brevi, densi di emozioni e sentimenti: rabbia, dolore, incertezza, senso di solitudine, tristezza, ostinazione nell'attesa, speranza, disperazione. E poi tanta dolcezza nel rapporto di affetto, complicità, protezione reciproca, comprensione che nasce e cresce tra la protagonista e la sor

Annus mirabilis - Geraldine Brooks

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 Ciascuno di noi reagisce in modo diverso e del tutto personale agli eventi che sconvolgono la quotidianità e che ci mettono faccia a faccia con la paura, la disperazione, la malattia, la morte. In questo libro i protagonisti sono sospesi, in bilico tra coraggio e paura, speranza e sfiducia, fede e stregoneria, gioia e dolore, apparire ed essere, morte e vita. L'autrice racconta, con accuratezza storica e stile piacevole, una vicenda realmente accaduta romanzando le vite dei personaggi e con grande attenzione agli stati d'animo e ai sentimenti. È la storia del piccolo villaggio di Eyam in Inghilterra, dove, come narrato dalle cronache dell'epoca, nel 1666 arriva la peste e la popolazione decide di chiudersi in quarantena volontaria per evitare la diffusione della malattia. Così, un piccolo villaggio vive, isolato dal resto del mondo e quasi fuori dalla realtà, l'epidemia di peste, subdola e silenziosa, che stermina intere famiglie, e se non contagia le persone le cam

La donna giusta - Sandor Márai

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 "A quanto pare, ci vuole un bel fegato per gettarsi nella vita così come capita, senza orari, senza tanti artifici [..] vivere così come viene, ora dopo ora, alla giornata, addirittura attimo per attimo [..] E non aspettarsi niente. E non sperare niente. Stare semplicemente al mondo". Una storia d’amore, di desiderio, di attesa, di illusione e delusione che si intreccia con la storia di una nazione, l'Ungheria. La vicenda è raccontata con quattro monologhi, quindi da quattro punti di vista differenti, ognuno dei quali la arricchisce di significati, sfumature e dettagli diversi, in un raffinato gioco di specchi. In questo romanzo ritornano i temi di Marái: l'amore, la solitudine dell'uomo, il tormento del tradimento, l'incapacità di aprire la propria anima completamente: "In ogni vero uomo c'è una certa ritrosia, come se egli volesse precludere una parte del suo essere, della sua anima, alla donna amata, come se le dicesse: Ti concedo di arrivare fin

La donna degli alberi - Lorenzo Marone Recensione

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 "Non siamo mai soli al mondo, lo diventiamo se smettiamo di ascoltare e se ci asserviamo alla fretta, il vizio capitale del nostro tempo, se ci lasciamo sedurre dalla facile idea che la felicità sia da ricercare, non qualcosa a cui prestare attenzione".  Lorenzo Marone ha scritto un romanzo dolcissimo, pieno di sentimento, di poesia, di nostalgia, di dolore e speranza. Le parole, gli aggettivi, sono scelti con cura, ogni frase poteva essere scritta solo ed esattamente così. Il linguaggio è melodioso, ricco di armonia, commovente, emozionante, con punte di lirismo nelle descrizioni di luoghi e dei sentimenti. I personaggi, decritti con empatia, ti pare di vederli, di conoscerli, di ascoltare le loro parole ed i loro pensieri. Eppure di nessuno è rivelato il nome. Perché la montagna "spoglia dalle cose inutili". Perché quando si vive immersi nella natura, quando si vive per l'essenziale, un nome non serve, serve chi e cosa sei. E così conosciamo una donna, la

Buon compleanno Saramago

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 Il 16 novembre 1922 nasceva José Saramago, uno degli autori che amo di più.  Premio Nobel nel 1998 perché, tra l'altro, "con parabole, sostenute dall' immaginazione, dalla compassione e dall'ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare". Saramago, col suo modo di scrivere, con il suo stile, il suo giocare quasi con le parole, con la punteggiatura, ed allo stesso tempo con le miserie degli uomini, con la storia, con la religione ci aiuta ad entrare nei labirinti dell'animo umano. "Anche dentro il corpo la tenebra è profonda, e tuttavia il sangue arriva al cuore, il cervello è cieco e può vedere, è sordo e sente, non ha mani e afferra, l'uomo è chiaro, è il labirinto di se stesso". (da "L' anno della morte di Ricardo Reis"). Geniale, arguto, ironico, pungente, polemico e feroce nel condannare il potere, sensibile e tenero nei confronti della natura e delle debolezze dell'animo umano.  Tanti i c

Il quaderno di Maya - Isabelle Allende

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“La felicità è saponosa, scivola via tra le dita e invece ai problemi ci si può attaccare, offrono un appiglio, sono ruvidi, duri.”   Della Allende ho diversi romanzi "in attesa", finora avevo letto solo La casa degli spiriti che ho trovato meraviglioso.  Il quaderno di Maya racconta di un’adolescente, figlia di genitori separati, assenti e distanti. Di lei si prendono cura i nonni: il nonno Popo, un nero grande e grosso ma elegante, sensibile, amorevole, saggio e dolce e la nonna Nini, sognatrice e battagliera, paladina della giustizia, di origini latino-amaricane che coltiva le tradizioni del suo popolo ed è convinta dell'esistenza di spiriti superiori che guidano e sorvegliano la vita di ciascun essere umano. Alla morte dell'amato nonno Maya scappa di casa ed incorre in varie vicissitudini: cade vittima della droga, entra in un vortice di disperazione e dipendenza che la porta a perdere la sua dignità di donna e di essere umano, entra a contatto con la peggiore gen

Il veleno dell'oleandro - Simonetta Agnello Hornby.

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 È il primo romanzo che leggo di questa autrice: avevo letto recensioni non entusiasmanti, ma non mi è dispiaciuto.  Ammaliante, avvincente, intrigante, ambiguo, inquietante, intricato, a tratti sorprendente. È la storia , anzi il racconto delle storie di vari personaggi di una famiglia siciliana, con un passato che nasconde indicibili segreti e un presente altrettanto ambiguo e misterioso.  Ed è la storia di come passato e presente si mescolano ordendo muove trame. Gli ultimi discendenti della famiglia Carpinteri, accomunati dalla ricerca degli eccessi, della voluttà a tutti i costi, dall'ipocrisia, dall'infedeltà, dall'incapacità di vivere una vita pulita, sincera, alla luce del sole, ognuno con il suo fardello di vita, tra speranze, sogni, fallimenti e delusioni, si ritrovano nella villa dei loro antenati, la casa della loro infanzia, in cerca di un misterioso tesoro. A ricomporre e mettere ordine tra le verità terribili del passato ed il presente altrettanto melmoso, 

¡Viva la vida! - Pino Cacucci

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 “La morte può essere crudele, ingiusta, traditrice [...] ma solo la vita riesce a essere oscena, indegna, umiliante.”  Già leggendo Nahui avevo apprezzato la capacità di Cacucci di scrivere e parlare delle donne: con amore, passione e un sentimento di profonda ammirazione. Nella prima parte di questo piccolo libro c'è un monologo della pittrice, pieno di poesia: c'è tutta la donna Frida, con il suo corpo, il suo dolore, la sua anima, il suo cuore, il suo amore, la passione, il talento, l'impegno politico. Nella seconda parte Cacucci scrive una breve biografia della pittrice in cui si avverte il suo immenso amore per la "soldadera". Solo 77 pagine ma intense e toccanti, che mi hanno fatto amare ancora di più una donna ed un'artista che ho nel cuore. "E la vita scorreva, apriva sentieri, e non è mai vano percorrerli [...]  Ma fermarsi lungo il sentiero genera smarrimento, è da lì che nasce la tristezza, la desolazione, perché tutti vorremmo essere la SOMMA

La vita sognata di Ernesto G - Jean-Michel Guenassia

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 "....Non ne poteva più di farsi domande senza risposta sui suoi ideali agonizzanti, di chiedersi perché e come tutto era andato a catafascio". "Diffida delle apparenze... spesso sono le persone più tristi ad avere i sorrisi più belli. " Un racconto che abbraccia un secolo, raccontando la lunga vita del protagonista, vissuto tra il 1910 e il 2010. La vita di Joseph Kaplan, nato in una famiglia di medici cechi, che diverrà medico egli stesso, è il filo conduttore che accompagna il lettore attraverso un lungo secolo: un secolo che ha visto due terribili guerre, le leggi razziali, la persecuzione degli ebrei, le epurazioni politiche dell' URSS, un secolo che ha assistito alla nascita ed alla morte di ideali e di idee. Joseph Kaplan, ebreo nato a Praga, attraversa questo secolo, il novecento, con coraggio, grande forza d’animo, senza mai temere la vita: resiste a dolori, delusioni, abbandoni, supera ostacoli e pericoli, sopravvive alle brutture della storia. Una